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venerdì 5 luglio 2013

IL GIGANTE, L'APACHE, IL PRESIDENTE: TRE INDIZI DAL PASSATO!

Il calcio è bello perchè ti permette di volare con la fantasia. A volte ci sono paragoni irriverenti, a volte si ritrovano nelle dinamiche di oggi quelle del passato. Il bello è questo, perchè i sentimenti contano, come la passione. Non li abbiamo ancora visti in campo insieme ma Tevez e Llorente ci ricordano, almeno per profilo passato due grandi campioni del passato portati in Italia da un grande presidente: Umberto Agnelli. Il presidente, l'argentino e il gigante: tre elementi che potrebbero far rivivere alla Juventus delle sensazioni uniche di fine anni cinquanta. IL PRESIDENTE: Umberto Agnelli si distingue subito per passione, competenza, stile e intelligenza. Dal 1957 fino al 1961 sotto la sua guida la squadra vinse tre scudetti e due Coppe Italia. Umberto Agnelli aveva capito da subito quello di cui aveva bisogno per rilanciare la Juventus: i campioni e in particolare due campioni: Charles e Sivori. Si racconta che Umberto Agnelli fosse dibattuto sull’acquisto. Era un grande sostenitore dell’equilibrio finanziario e si era sempre chiesto se gli acquisti costosi fossero compatibili con la gestione. Alla fine cedette alle lusinghe e in un certo senso alle richieste della piazza e azzardò l’acquisto e fu un fantastico acquisto che fece innamorare milioni e milioni di appassionati dell’epoca. L'ARGENTINO: Sivorì fu emblema di quella Juventus con Boniperti e Charles. Fu croce e delizia, fu irrazionalità e magia. Fu gioia e rabbia. All’arrivo Umberto Agnelli disse: “Erano due anni che ti aspettavamo”. Erano due anni che lo aspettavano (gli stessi che Marotta ha citato per Tevez), erano tanti anni che la Juventus voleva vincere e tornare a vincere ed essere la Juventus. Sivori arriva e la Juventus cambia forma. Grazie alle sue giocate, al suo talento, al suo far divertire la squadra vince e segna. I critici impazziscono e come diceva Gianni Brera, i suoi calzettoni alla "cacaiola" diventano un’icona tale e quale ai suoi “tunnel”. E il merito di tutto questo è di chi ha speso per portarlo a Torino, cioè Umberto Agnelli. IL GIGANTE: Umberto Agnelli fu capace di accostare al genio di Sivori e alla meticolosità e al rigore e stile di Boniperti, la giusta pedina: John Charles. Grazie alla sua classe, al suo stile, Charles entrò nel cuore dei tifosi, uno stile sobrio, come quello della Juventus, come quello di Umberto Agnelli. Charles fu capocannoniere con 28 gol e con Sivori diede vita ad una delle coppie-gol più celebri di sempre. Lo Scudetto arriva in automatico con un margine notevole su Fiorentina e il Padova di Nereo Rocco. E’ lo scudetto numero dieci, la prima stella. Grazie al trio delle meraviglie di scudetti ne vennero altri due. Sivori e Charles, nella Juventus due storie indissolubili, due stilI di vita diversi, due mondi diversi che si incrociano e diventano una cosa sola. Argentina e Galles cosa hanno in comune? I due campioni, ovviamente che fecero la storia bianconera. Omar Sivori e la Juventus, un amore eterno, una delle motivazioni per cui molti tifosi della Juventus hanno dato ai loro figli il nome Omar. Sivori è stato sicuramente uno dei grandi campioni, il primo a vincere il pallone d’Oro e uno dei giocatori più pagati all’epoca. Impossibile non trovare un collegamento a queste storie parallele. Sivori come Tevez? Vedremo.... Llorente come Charles? Magari... Sicuramente il segno della continuità ci è dato da Andrea Agnelli, capace in due anni di scegliere lo staff giusto, l'allenatore giusto e di riportare a Torino grandi campioni e soprattutto due scudetti. Sembra banale, gli scudetti, sono 31, lo sanno tutti, ma con Tevez e Llorente la stella potrebbe veramente spostarsi dal campo alle maglie, 32 titoli reali, 30 per chi ha sottratto, l'obiettivo stagionale è chiaro, lasciateci sognare, del resto, noi abbiamo ancora in mente le prodezze del Cabezon e del Gigante Buono. @PAVANMASSIMO

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