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lunedì 6 febbraio 2012

DENTRO IL CONTRATTO DEI PILOTI C'è ILFUTURO, ECCO PERCHE'

Le parole dell'intervista di Andrea Agnelli anticipata ieri sui principali siti e su tuttojuve.com e che sentiremo stasera a XXL di Sportmediaset ha lanciato spunti quanto mai interessanti. Ovviamente siamo d'accordo su tutta la linea del Presidente. Non possiamo fare altro che ringraziarlo per la sua voglia di lottare per i titoli persi, per la sua juventinità che è grande e anche per le parole sul Direttore Moggi, che ci vedono totalmente d'accordo. Ci soffermeremo però su un campo nuovo, la relazione formula 1 calcio, argomento che avevamo cavalcato tempo fa chiedendo un'unione di forze di Juventus e Ferrari per attività di co-marketing. Esperti economisti, però vedono difficile questa soluzione perchè il marchio Ferrari, difficilmente si affianca ad altri, però non è da escludere un rapporto di altro tipo, come indicato da Andrea Agnelli nella sua intervista:"Ho chiesto alla Ferrari i contratti dei piloti di Formula 1 per applicarli al calcio".

Questa richiesta ci ha incuriosito e siamo andati a cercare in esclusiva delle informazioni più dettagliate del rapporto contrattuale e delle diverse forme che possono esistere in Formula uno, aiutati da una ricerca della rivista americana Sports Illustrated.

La crisi finanziaria che ha colpito tutti, compresa la Formula Uno ha spinto i Team ad adottare sempre più spesso forme contrattuali diversificate che permettano una diminuzione dei costi, una condivisione del rischio e la diminuzione del costo del lavoro che costituisce anche nel calcio la principale voce di bilancio.

Ne abbiamo trovate almeno 3 di forme, in base alle squadre, che potrebbero risultare molto, ma molto interessanti.

Primo modello: contratto a rendimento. Contratto basato su una quota fissa e una variabile che cambia in base a vittorie, podi e posizioni in campionato. Per alcuni piloti (Hamilton), abbiamo un 70% di fisso e 30% di variabile. Per altri, come Vettel e Webber, addirittura 40% fisso e 60% variabile. Si può capire facilmente perchè la competizione sia accesa anche tra i piloti, grazie alle sue vittorie Vettel ha guadagnato un bonus altissimo, ma se non avesse vinto avrebbe perso oltre il 50% dell'emolumento condividendo il rischio con la squadra e la proprietà.

Secondo modello: contratto co-sponsor. Ci prendiamo la licenza di coniare il termine di co-sponsorship, ma questa tipologia di contratto riguarda, per esempio proprio la Ferrari e Fernando Alonso. La sua parte di stipendio viene coperta dalla Ferrari e in parte dal main sponsor Santander che è anche sponsor della Ferrari stessa, Questa tipologia di sponsorship sarebbe veramente interessante per la Juventus, per instaurare un rapporto molto stretto con uno sponsor attuale (es.- Nike) che finanzierebbe l'acquisto o pagherebbe parte dello stipendio di un grande campione, ovviamente ricevendo in cambio gestione di immagine e quant'altro.

Terzo modello: contratto a valigetta. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una terminologia ibrida, ma viene coniata per inserire nel progetto driver con sponsor. Si tratta per esempio di piloti che hanno una propria borsa di sponsor legata a contratti pubblicitari e a interessi economici di un mercato di riferimento, per esempio i mercati emergenti. Per esempio ritornando alla Juventus, ci potrebbe essere interesse della Fiat a prendere un campione brasiliano, per sfruttare la sua immagine per la vendita di veicoli in Brasile o in un altro mercato emergente. L'acquisto o parte dello stipendio verrebbe pagato dalla stessa società, ricevendo in cambio un vantaggio di immagine. La differenza rispetto al precedente contratto è che la società in questione può anche non essere sponsor della società stessa, ma entra in azione solo per il tal giocatore o nel caso della formula 1 pilota.

La Formula 1 ha saputo dimostrare una grande flessibilità e voglia di innovare anche sotto questo punto di vista. Il calcio ce la farà? La risposta è difficile da dare, anche se appare chiaro che se non ci sarà una diminuzione del monte ingaggi più vicino alla condivisione del rischio i problemi saranno sempre più seri. La Juventus solo per il caso Amauri ha perso qualcosa come 10 milioni di euro, con una condivisione del rischio con il calciatore sarebbe stato così? Certamente no....

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