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martedì 16 agosto 2011

SBAGLIANO IN TURCHIA O HANNO SBAGLIATO IN ITALIA?

Ieri leggendo le parole del Presidente della Federazione Turca Mehmet Ai Aydinlar, che ha deciso di non retrocedere nessuno per lo scandalo scommesse ci siamo posti delle domande. Ecco la posizione di Ai Aydinlar "Per determinate procedure disciplinari sono mancate le prove necessarie ed è nostro dovere essere equi. Per questo motivo non possiamo punire nessuno. Una decisione definitiva sulla vicenda verrà quindi presa in altre sedi ed in altre occasioni". Ci siamo chiesti semplicemente come mai la Turchia e l'Italia sono paese così diversi. Come mai in Turchia si tutelino tifosi e in Italia no. Come mai un presidente sia così prudente prima di mandare una squadra in serie B con prove molto più compromettenti di quelle che hanno mandato in B la Juventus mentre in Italia in 2 settimane si sono colpiti 11 milioni di tifosi e oltre cento anni di storia.

Ci chiediamo semplicemente perchè. La Uefa non può e non deve tollerare queste diseguaglianze. O in Turchia sbagliano, ma allora se sbagliano diventerebbe giusto punire senza prove certe, oppure in Italia hanno sbagliato e allora va ricercato il colpevole e punito e quindi anche la Federazione con conseguente estromissione dell'Italia dalle competizioni europee fino a quando non sarà in grado di garantire ordine e equità di trattamento per tutti.

E' molto triste rilevare come la Federazione Italiana sia peggio di altre e debba imparare da altre come gestire situazioni critiche.

Ci appare sempre più chiaro che come si è operato nel 2006 richiede una profonda riflessione perchè se la Juventus fosse stata una squara turca, spagnola o francese avrebbe al massimo subito, qualora fosse stato accertato qualcosa, una penalizzazione. Chissà invece, come mai, nel 2006 ha pagato solo la Juventus tramite intercettazioni strane che hanno colpito su commissione anche se non sappiamo di chi, intercettazioni che si sono rivelate solo una punta di un iceberg immenso.

La Uefa dovrebbe indagare, perchè come dicono in Turchia "è nostro dovere essere equi". Forse con questo presidente Turco e non uno che veniva dal consiglio di amministrazione dell'Inter le cose sarebbero andate diversamente e Andrea Agnelli non sarebbe costretto a chiedere un trattamento equo per tutti.

1 commento:

  1. Bhè ma il problema è di semplice soluzione Massimo, in Turchia hanno il dovere di essere equi, in Italia no.
    Il garantismo sarà un dovere solo ora che si dovrà coprire la puzza di marcio e i grossolani furti di prescrInter e dei suoi presidenti vivi e morti.

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