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venerdì 13 maggio 2011

si è svegliato Galliani

Abbiamo assistito ieri, con la votazione per la definizione dei bacini di utenza a una spaccatura netta di cui parliamo da almeno 1 anno. Ne parlavamo da un anno perchè eravamo consapevoli che la Legge Melandri era stata fatta senza cognizione di causa. Era stata fatta senza indicare quali fossero i paletti e le regole per definire in modo chiaro i bacini di utenza. Era stata fatta nel 2006 sull'onda di Farsopoli quando le decisioni venivano prese quasi senza pensare. Oggi in molti parlano e dicono che il sistema Italia con la contrattazione collettiva si adegua alle altre realtà come Bundesliga, Premier, Liga e Ligue1, vero ma nessuno ha considerato la conformazione alquanto diversa della tifoseria italiana che è molto diversificata e delocalizzata. Che nelle altre nazioni esiste un'equilibrio dei ricavi con fonti da stadio, merchandising tutelato e che in questi paesi i media e i ricavi advertising sono maggiormente equilibrati e non tv oriented come in Italia. Insomma non è stato fatto uno studio di settore adeguato.

Le difficoltà della valutazione dei bacini di utenza, che onestamente è molto difficile da fare, riporta alla guerra tra piccole e grandi. Dare di più ai piccoli per togliere alle grandi sta portando a conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti, vale a dire la poca competitività delle grandi in Europa e il livellamento verso il basso del calcio italiano.

Ieri Agnelli ha detto: "Dobbiamo porci delle serie riflessioni, abbiamo le cinque squadre che investono di più nel sistema calcio e che rappresentano il 75% dei tifosi che si trovano in maniera precostituita sempre a subire sempre le conseguenze degli altri. Viviamo un momento di estrema difficoltà, dove le società che non investono decidono del futuro del calcio italiano".
Le parole di Andrea Agnelli erano state precedute da quelle di Galliani: "Beretta se ne assumerà le responsabilità anche patrimoniali. Smentendo se stesso, dopo essersi astenuto nell'ultimo consiglio, ora si è schierato con una delle parti. È un presidente da tempo lavora a Unicredit da mattina a sera e in Lega non c'è mai. Ognuno nella vita fa ciò che vuole ma si assume le responsabilità".

Fortunatamente si è svegliato anche Galliani che con Giraudo aveva capito almeno 10 anni fa come gira la ruota del sistema. Un sistema che rischia seriamente di scoppiare, dove c'è un presidente di Lega che lavora in Unicredit in chiaro stato di conflitto di interesse (indovinate voi come e perchè)... c'è una spaccatura senza regole, c'è un incremento di ricavi che ha giovato solo ai piccoli e dove ciliegina sulla torta è stato il fallimento di Dhalia ha testimoniato che una tv senza le grandi fa una e una sola fine.

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