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sabato 9 aprile 2011

tastiera velenosa: pericolo insabbiamento su Calciopoli

Brutte sensazioni, bruttissime sensazioni arrivano nella giornata di ieri sul fronte Calciopoli. Ieri il Csm ha deciso la censura del giudice Casoria per il linguaggio scurrile utilizzato con i propri colleghi anche se la ha assolta a dalle accuse più gravi.

La situazione è molto delicata perchè il processo che già sta avendo tempi lunghi potrebbe incorrere in ulteriori ritardi.

Molto gravi le affermazioni della Casoria: "La procura di Napoli ha chiesto al presidente del tribunale di fare qualcosa per farmi astenere, la Pandolfi ha reiterato questo invito ma io non avevo nessun motivo per non fare il processo Calciopoli. Ho sostenuto l'accusa in processi importantissimi, non avevo alcun interesse in questo processo, il calcio non lo conosco, non tifo per nessuno quindi fare il processo era il mio dovere. Ci si astiene se c'è motivo di farlo perchè svolgere i processi è un dovere. Due sentenze della corte d'appello sulle precedenti ricusazioni hanno ribadito che era un dovere andare avanti. Devo notare come è stato strumentalizzato in tutti i modi questo procedimento....".

Da italiani proviamo molta tristezza nel sentire queste parole. Possibile che si volesse ritardare il processo? Per quale motivo? come mai far spendere tanti soldi ai contribuenti e ritardare così a lungo la sentenza?

Tutti vogliono sapere quale sarà la sentenza e dal dibattimento ci sembra una soluzione molto, ma molto chiara.

Non capiamo come mai si sia arrivati a questo punto (o meglio ipotizziamo), ma se la ricusazione fosse reale e si dovesse iniziare tutto da capo, sarebbe veramente un colpo di spugna inacettabile.

Il rischio di insabbiamento, in caso di recusazione è altissimo. Noi per gli imputati ci auguriamo l'assoluzione piena, in quanto, non da giuristi ma da semplici spettatori che abbiamo assistito al dibattito abbiamo scoperto un gran vociare ma nessuna prova.

Siccome i processi si fanno sulle prove e non sulle chiacchere... la situazione ci sembra chiara.

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