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lunedì 28 giugno 2010

MAROTTA, NUOVO MAZZINI BIANCONERO


La Giovine Italia (o Giovane Italia) fu un'associazione politica fondata a Marsiglia nel luglio 1831 da Giuseppe Mazzini, il cui programma veniva pubblicato su un periodico al quale fu dato lo stesso nome. L'obiettivo di questa organizzazione era quello di trasformare l'Italia in una repubblica democratica unitaria, secondo i principi di libertà, indipendenza e unità, destituendo il governo instaurato dall'Austria. La Giovine Italia costituì uno dei momenti fondamentali nell'ambito del Risorgimento italiano.

A leggere l'intervista di Marotta oggi, alla Gazzetta dello Sport, i tifosi bianconeri avranno pensato alla speranza di un "risorgimento" che aspettano da tempo per tornare dove il blasone vorrebbe.

Dall'intervista alla Gazzetta di oggi, si notano tre fattori principali: l'importanza di Andrea Agnelli e della famiglia, la credibilità del progetto, la necessità dell'aiuto di tutti, anche dei tifosi. Marotta ha le idee chiare, è concreto, e ha dato una linea chiara e una programmazione definita: squadra giovane, italiana e economicamente sostenibile.

Ecco in sintesi il Marotta pensiero sulla Juventus:
«Un’esperienza unica. Il calcio è uguale a tutte le latitudini, ma quando entri nel mondo-Juve capisci subito quanto pesa lavorare in uno dei club più importanti del mondo. La pressione è tanta, ma l’entusiasmo è pure superiore».


Sull'ambientamento:

«Il presidente, innanzitutto. Andrea Agnelli è giovane, ma vive il calcio da quando era ragazzo, cioè da quando frequentava la Juve insieme al padre e allo zio. Così ha maturato una grande esperienza e ora tutti stiamo traendo giovamento dalle sue indicazioni... Andrea ha il carisma per trasmettere a tutto il gruppo di lavoro un concetto in cui credo molto anche io.
«La grandezza di un club non è data solo dal tasso tecnico dei giocatori. Non basta spendere per avere successo. Il valore aggiunto viene dalla cultura che la società trasmette ai singoli: il senso di appartenenza, lo spirito di competizione e la voglia di migliorarsi sempre. Una volta ottenuto ciò, ne deriva anche la disciplina. E
Delneri, vedrete, è l’uomo giusto al posto giusto ».

Sul Gap con l'Inter

«Stiamo lavorando per allestire una squadra competitiva, ma serve pazienza. Mai perdere di vista i parametri finanziari. E dopo il ciclone di Calciopoli sarebbe stata dura per tutti riemergere.... Sono mancati i risultati nell’ultima stagione, ma il lavoro di programmazione resta. E la Juve ha i fondamentali per fare bene e tornare a vincere: anche nel breve periodo».

Sui giovani e budget

«Innanzitutto continuando a investire sui giovani, meglio se italiani. Da sempre la Juventus è il serbatoio della Nazionale, vogliamo continuare ad esserlo. Perciò tra le prime indicazioni del presidente c’è stata l’attenzione per il vivaio. Un compito che mi sono preso volentieri. Sinora siamo stati gli unici a spendere, ma è presto per fare i conti. L’importante è fare i passi giusti, senza perdere mai l’equilibrio finanziario, come vuole Platini. Il Milan s’è messo a dieta, ma anche l’Inter va verso questa direzione. Certo, quel rosso da 154 milioni dell’ultimo bilancio non è più compatibile».

Sugli acquisti effettuati

«Beh, non è stato facile convincere Bari e Genoa per avere Bonucci. Siamo soddisfatti, anche perché il difensore ha i requiasti del nostro rinforzo ideale. E’ bravo, è giovane ed è già azzurro..Cerchiamo giocatori al top e Pepe fa un lavoro di quantità che è prezioso in un gruppo di prima grandezza. Tocca ad altri dare la qualità alla Juve».

Sui prossimi potenziali:

Krasic««Abbiamo fatto la nostra offerta al Cska Mosca che non l’ha accettata. Poi noi abbiamo preso altre strade. L’ultima è quella di Lanzafame. E’ cresciuto nel vivaio bianconero e sinora non ha mai avuto la grande opportunità. Nel frattempo è cresciuto e siamo convinti che saprà sfruttarla al meglio». Elia: «Che è un ottimo giocatore e che l’Amburgo lo valuta tanto».
«Il nostro obiettivo è quello di avere due giocatori per ruolo. Siamo un cantiere aperto, ma sarebbe sbagliato aver fretta. Chiedo pazienza ai tifosi, magari anche sino a fine mercato».


Marotta, infine ha praticamente sancito l'addio con Camoranesi e confermato Chiellini e Marchisio come pietre miliari da cui ripartire.

A leggere quest'intervista, magari non tutti i tifosi saranno soddisfatti, perchè si parla di "vincere anche nel breve periodo", ma non subito, e quindi tutti sono consapevoli che anche la prossima stagione potrebbe essere interlocutoria. A tutti coloro che la pensano così. dico che i proclami non sono mai serviti a nulla. Questa Juventus, mi sembra stia partendo bene e sono d'accordo con Marotta, quando dice che ci saranno movimenti fino alla fine del mercato e bisogna avere pazienza.


ECCO L'ESTRATTO, QUASI COMPLETO, FONTE GAZZETTA DELLO SPORT DI OGGI

Un’esperienza unica. Il calcio è uguale a tutte le latitudini, ma quando entri nel mondo-Juve capisci subito quanto pesa lavorare in uno dei club più importanti del mondo. La pressione è tanta, ma l’entusiasmo è pure superiore».

Chi l’ha aiutata ad ambientarsi?
«Il presidente, innanzitutto. Andrea Agnelli è giovane, ma vive il calcio da quando era ragazzo, cioè da quando frequentava la Juve insieme al padre e allo zio. Così ha maturato una grande esperienza e ora tutti stiamo traendo giovamento dalle sue indicazioni».

In che senso?
«Già il ritorno di un Agnelli in prima linea è il segno che la proprietà crede nel progetto. Si aggiunga che Andrea ha il carisma per trasmettere a tutto il gruppo di lavoro un concetto in cui credo molto anche io».

Quale?
«La grandezza di un club non è data solo dal tasso tecnico dei giocatori. Non basta spendere per avere successo. Il valore aggiunto viene dalla cultura che la società trasmette ai singoli: il senso di appartenenza, lo spirito di competizione e la voglia di migliorarsi sempre. Una volta ottenuto ciò, ne deriva anche la disciplina. E
Delneri, vedrete, è l’uomo giusto al posto giusto ».

Belle parole. Ma come la mettiamo con il gap con l’Inter?
«Stiamo lavorando per allestire una squadra competitiva, ma serve pazienza. Mai perdere di vista i parametri finanziari. E dopo il ciclone di Calciopoli sarebbe stata dura per tutti riemergere
».
Il popolo bianconero patisce questa situazione.
«Non confondiamo le cose. Sono mancati i risultati nell’ultima stagione, ma il lavoro di programmazione resta. E la Juve ha i fondamentali per fare bene e tornare a vincere: anche nel breve periodo».

Come?
«Innanzitutto continuando a investire sui giovani, meglio se italiani. Da sempre la Juventus è il serbatoio della Nazionale, vogliamo continuare ad esserlo. Perciò tra le prime indicazioni del presidente c’è stata l’attenzione per il vivaio. Un compito che mi sono preso volentieri ».

Con la Sampdoria ha già ottenuto bei risultati con le giovanili.
«Negli ultimi anni club come la Samp, il Genoa e il Palermo hanno seminato tanto e bene. Ora tocca anche a
noi riprendere la strada maestra ».

Qual è la ricetta?
«Migliorare lo scouting, a 360 gradi. Ormai non ci sono più frontiere, i talenti vanno cercati in tutto il mondo».

Con gli stranieri come facciamo?
«Non deve condizionarci il flop azzurro in Sudafrica. Dobbiamo cercare la qualità dappertutto perché la Serie A deve attrarre le stelle per restare competitiva a livello europeo. E se i club italiani vincono nelle competizioni Uefa credo ne tragga beneficio anche la Nazionale».

Quant’è il budget?
«Sinora siamo stati gli unici a spendere, ma è presto per fare i conti. L’importante è fare i passi giusti, senza perdere mai l’equilibrio finanziario, come vuole Platini».

Comearriva la Juve al 2012, l’anno dell’introduzione del Fair play finanziario?
«Con uno stadio di proprietà a cui sta lavorando l’a.d. Blanc e con la prospettiva di aprire un ciclo importante».

Anche le altre grandi si stanno mettendo in riga.
«Il Milan s’è messo a dieta, ma anche l’Inter va verso questa direzione. Certo, quel rosso da 154 milioni dell’ultimo bilancio non è più compatibile».

Guardiamo agli ultimi colpi: il più difficile?
«Beh, non è stato facile convincere Bari e Genoa per avere Bonucci. Siamo soddisfatti, anche perché il difensore ha i requiasti del nostro rinforzo ideale. E’ bravo, è giovane ed è già azzurro...».

L’arrivo di Pepe non ha scaldato proprio tutti.
«Cerchiamo giocatori al top e Pepe fa un lavoro di quantità che è prezioso in un gruppo di prima grandezza. Tocca ad altri dare la qualità alla Juve».

E’ in arrivo anche Martinez.
«Aspettiamo che superi le visite mediche. Poi trarremo le conclusioni. Anche lui può darci una mano importante».

Ed ora cosa accadrà con Krasic?
«Abbiamo fatto la nostra offerta al Cska Mosca che non l’ha accettata. Poi noi abbiamo preso altre strade. L’ultima è quella di Lanzafame».


Con quali prospettive?
«E’ cresciuto nel vivaio bianconero e sinora non ha mai avuto la grande opportunità. Nel frattempo è cresciuto e siamo convinti che saprà sfruttarla al meglio».

Cosa ci dice di Elia?
«Che è un ottimo giocatore e che l’Amburgo lo valuta tanto».

Ci sono ancora un po’ di acquisti da fare.
«Il nostro obiettivo è quello di avere due giocatori per ruolo. Siamo un cantiere aperto, ma sarebbe sbagliato aver fretta. Chiedo pazienza ai tifosi, magari anche sino a fine mercato».

Camoranesi reclama un aiuto finanziario per andar via.
«Abbiamo parlato con tutti gli agenti dei nostri calciatori. Nel caso di Mauro abbiamo spiegato che la Juve gli sarà sempre grata, anche dal punto di vista umano, ma arriva sempre il momento in cui occorre voltar pagina».

Come giudica la scelta di Buffon di operarsi?
«Lo aspettiamo con fiducia. Gigi è uno di noi».

Chiellini resta o no?
«Mai messo sul mercato. Anzi, siamo pronti a incontrare il suo agente per dargli il riconoscimento economico che merita».

Anche Marchisio?
«L’obiettivo è crescere in casa i nostri talenti e Marchisio è uno di questi

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