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tuttojuve

Tutte le notizie del sito di cui Massimo Pavan è Vicedirettore

mercoledì 30 giugno 2010

LA CARICA DEI 40....e 1


Molti conoscono il film la carica dei 101, con Pongo e Peggy impegnati con 101 uno cuccioli. Da oggi Delneri e il suo staff conosceranno la carica dei 40 e uno.
A tanto, approssimativamente, ammonta il numero di giocatori sotto contratto.
In principio c'era la Lazio con la rosa ampia...ora possiamo annoverare anche la Juventus, soprattutto se continuerà così.
Di questo passo per portare la squadra da Torino a Pinzolo non basterà un solo pulmann ma ce ne vorranno almeno due.
Oggi a Torino non ci saranno quelli che sono partiti (Cannavaro e Molinaro, Almiron), chi si è ritirato (Chimenti), tuttavia ci sarà un buon numero di sostituti.
Nell'organico oggi si contano i nuovi arrivati (Pepe,Martinez, Storari, Lanzafame, Bonucci, Costantino).
A questi bisogna aggiungere anche chi è tornato dal prestito e dalla comproprietà e i ragazzi della primavera che Delneri intende portare con lui a Pinzolo (Boniperti, Belcastro e Manuel).
Sono in tanti, dunque.
Chissà se a Pinzolo ci saranno proprio tutti o entro sabato ci saà qualche partenza.
La lista di quelli in bilico è ampia. Dai senatori (Trezeguet, Camoranesi, Zebina), ai paramentri zero o quasi (Salihamidzic, Grygera, Grosso), fino ad arrivare a chi è stato pagato tanto ma non ha reso secondo le aspettative (Tiago, Felipe Melo e forse Diego).
Infine ci sono i giovani che potrebbero essere girati per fare cassa o per farli giocare di più (Ekdal, Giovinco).
Un bel da fare per mister Delneri se rimanessero tutti o quasi, ci immaginiamo già le partitelle, servirebbero 4 campi o quasi...
Un bel da fare anche per il direttore generale Marotta che deve assolutamente cercare di vendere qualcuno per reperire le risorse necessarie per i nuovi acquisti.

Ci sarà da fare, per Delneri, Marotta e i loro 40 e uno cuccioli e state attenti a Crudelia de Mon che è sempre in agguato...io l'ho già individuata e voi...?

martedì 29 giugno 2010

OZIL O NON-OZIL?


Ieri in un articolo dal titolo "25 milioni" di errori, avevamo detto che forse gli acquisti della passata sessione di mercato non erano stati del tutto azzeccati e che forse quei milioni avrebbero potuto essere spesi in modo diverso. Avevamo parlato di Ozil e di come, forse, sarebbe stato interessante non perderlo di vista, mentre si osservava anche Diego.
L'edizione odierna di Tuttosport, ci prospetta un potenziale affare di mercato in ottica futura. Marotta punterebbe a prendere il giocatore tra un anno a parametro zero. Ricordiamo che il giocatore ha un solo anno di contratto e una quotazione di 15/16 milioni, vista soprattutto la scadenza prossima. Per convincere il giocatore sarebbe pronto un contratto da top player, che sarebbe anche sostenibile nella prossima stagione soprattutto grazie alla presenza in Champions, competizione che i tifosi sperano di poter riabbracciare nel 2011. Sarebbe un colpo molto, ma molto interessante, da presentare insieme al nuovo stadio, fiore all'occhiello della società.
Oltre a questa soluzione, per il futuro, negli ambienti, gira però anche un'altra voce, lo scambio immediato con Diego. Il talento brasiliano è da sempre nel cuore dei tifosi di Werder Brema che sono prontissimi a riabbracciarlo. Il giocatore ama la città, ma le sue perplessità sono legate al fatto che un ritorno a Brema, costituirebbe. forse, un fallimento a livello di immagine.
Lo scambio Ozil-Diego, però costituirebbe, si alla Juventus di acquisire un ottimo giocatore, ma frenerebbe, forse, la corsa della Juventus a Dzeko. La Juventus ha bisogno di fare almeno un paio di cessioni per garantire la liquidità necessaria ad accontentare il Wolsburg.
Staremo a vedere, in ogni caso, ai tifosi bianconeri la corsa a Ozil non dispiace, quanto meno si da un pò di fastidio ad altre società, pronte ad inserirsi sempre negli affari bianconeri, questa volta tocca ai bianconeri, inserirsi nelle corse altrui.



VOLETE MAZZOLA COME PRESIDENTE FIGC?


Basterebbe il titolo del sondaggio per raggelare le vene in molti tifosi bianconeri.
Abbiamo avuto Carraro, abbiamo avuto, anzi abbiamo Abete e ora la Rai ci propone Mazzola.
La prendiamo come una battuta, perchè se fosse vero, ci sarebbe da pensare.
Sicuramente alcuni opinionisti Rai non sono e non sono stati teneri con la Juventus.
Qualche nome: Boniek, di cui tutti ricordano le sparate contro Moggi, Galeazzi e poi anche gli ospiti di alcune trasmissioni, spesso, un tantino filointeristi direi.
Molti tifosi juventini, ricordano ancora la partita di Coppa Italia di quest'anno e il folto schieramento a ranghi completi della Rai (leggi articolo a fondo pagina).
In ogni caso al sondaggio hanno ovviamente vinto i si con maggioranza schiacciante, ma questo durante la trasmissione, poi.... il risultato è cambiato.
"Circa l'83% dei votanti (700 persone)hanno risposto si alla domanda. Circa il 20% no. Insomma se fossero gli italiani a decidere, alla guida della Federcalcio ci sarebbe un pezzo di storia dell'Inter." Questo riportano alcuni siti.
Oggi invece le percentuali sono ribaltate, si (15%), no (85%).
Ci chiediamo cosa abbia portato gli italiani a voltare così rapidamente le spalle al signor Mazzola.
Ci piacerebbe che alla trasmissione Rai, fosse annunciato questo ribaltone nel sondaggio, quanto meno per dovere di cronaca.

Chissà come sarebbe finito, se avessero proposto qualcuno vicino alla Juventus, presidente FIGC, sicuramente siamo convinti che ci sarebbe stata una dinamica inversamente proporzionale...

Se volete un sondaggio ve lo propongo io, pensate che con un Presidente Federale diverso da Guido Rossi, la Juventus sarebbe finita in serie B, Votate, Votate.... e attenti ai ribaltoni... sono sempre dietro l'angolo.


GIOCATEVELA VOI LA COPPA ITALIA ART. 28/01/2010
Siamo fuori anche dalla Coppa Italia, Mourinho dice che ''hanno meritato'', non c'è dubbio. Ora sta facendo la paternale alla nostra società, vergognoso..è vergognoso che dica che ''nessuno rispetti Ferrara''. Vergognose sono le proteste dell'Inter dal primo al novantesimo minuto di oggi. Vergognoso è l'atteggiamento di Balotelli...Oggi abbiamo meritato di perdere, ma non abbiamo perso la faccia. L'inter ha vinto, non le è stato dato un rigore netto ma il comportamento del suo staff prima e di Balotelli durante tutta la partita non meritano commenti. La Juventus ha fatto quello che ha potuto, ma senza tifosi, senza giocatori la faccia non la ha persa.
Chi ha sentito la telecronaca sulla Rai si sarà fatto delle domande, si chiede come mai ci fossero solo uomini Inter, da Civoli a Mazzola, con intervista a Beccalossi tra primo e secondo tempo: UNO SCANDALO!
Quindi vi dico GIOCATEVELA VOI QUESTA COPPA, tanto non ci avete permesso di andare allo stadio, NON CI AVETE PERMESSO DI AVERE UNA TELECRONACA IMPARZIALE, non vi interessa la Juventus e magari da domani a qualche tifoso bianconero interesserà ancora meno qualche programma sulla rete nazionale.

ERRORI DA 25 MILIONI


Molti tifosi bianconeri, oggi come oggi, alla luce degli acquisti della passata stagione si fanno delle domande. Prima tra tutti, come sia stato possibile comprare Diego e non Ozil, soprattutto alla luce delle recenti prestazioni del giocatore tedesco di origine turca. Nessuno si era accorto che il tedesco era un giovane di prospettiva? Eppure giocava con Diego e anche nella nazionale under 21 aveva mostrato le sue doti.
Pensare che Ozil, ora va in scadenza nel 2011 e quindi il Werder oggi non potrà venderlo per una cifra molto cospicua a meno di un rinnovo.
Magari al alcuni tifosi piacereBbe ridare indietro Diego per prendere qualcun altro... magari Ozil, o più probabilmente quel Dzeko, che i tifosi sognano anche la notte.
Se comunque Diego qualcosa di buono ha mostrato, difficilmente potremmo dire lo stesso di Felipe Melo, che per il momento non ha confermato la valutazione della scorsa estate. I tifosi speravano che almeno con Dunga potesse rilanciarsi, ma purtroppo, dopo le prime buone prestazioni, è stato rimesso in panchina e ieri il Brasile ha offerto, forse, una delle prestazioni migliori.
Un errore, quindi? Forse si...
Il giocatore, forse nervoso, non riesci più a ripetere le belle prestazioni offerte e a Firenze.

Errori che si pagano, quindi, soprattutto quello di Diego, perchè oggi come oggi, nel 4-4-2 il suo impiego è forse difficile e, oltretutto, da quello che sembra lui sembra riluttante a molte delle destinazioni che la società gli prospetta.

Sarà, quindi un mercato lungo, per i tifosi bianconeri, proprio come ha detto Marotta, chissà se ci saranno colpi migliori, per non trovarsi qui l'anno prossimo a scrivere le stesse cose.

lunedì 28 giugno 2010

LA FIDUCIA DI LEGROTTAGLIE

In un'intervista a Tuttosport, anche in previsione del ritiro, Nicola Legrottaglie ha cominciato ad anticipare qualche tema per la prossima stagione:

"Bonucci? lo aiuterò a crescere ancora ma lui è già fortissimo e con Chiellini sarà la coppia del futuro,un consiglio? non ripetere il mio errore: l'umilità precede la gloria e c'è sempre da migliorarsi"

Delneri? lui a Chievo mi ha insegnato il calcio,penso che meriti una grande visto che sa tirare fuori il meglio da ogni giocatore e riesce a dare la sua impronta alla squadra.L'eventuale arrivo di Mexes non lo vedo come un problema,il nuovo mister ha sempre voluto due alternative per ruolo.

Il mio futuro? io vorrei restare.Il futuro della Juve? prendiamo un attaccante per avvicinarci all'Inter,loro hanno la pancia piena e noi possiamo approfittarne.

Personalmente, credo che si faccia bene ad essere fiduciosi, ma da qui a fare proclami ce ne passa. Tutti i tifosi ricordano bene le parole e i proclami della scorsa stagione e poi com'è finita. La fiducia di Legrottaglie è un pò anche quella dei tifosi, consapevoli che è iniziato un nuovo progetto. I tifosi credono in Marotta e di conseguenza in Delneri. Sicuramente Mexes, poi, sarebbe un buon giocatore, ma da non scambiare assolutamente per Sissoko, per diversi motivi (età, valore, prospettiva).Insomma, c'è ancora molto da fare, serve come dice Legrottaglie quella punta, anche se il gap con l'Inter è ancora molto ma molto evidente, meglio partire a fari spenti, poi non si sa mai.



MAROTTA, NUOVO MAZZINI BIANCONERO


La Giovine Italia (o Giovane Italia) fu un'associazione politica fondata a Marsiglia nel luglio 1831 da Giuseppe Mazzini, il cui programma veniva pubblicato su un periodico al quale fu dato lo stesso nome. L'obiettivo di questa organizzazione era quello di trasformare l'Italia in una repubblica democratica unitaria, secondo i principi di libertà, indipendenza e unità, destituendo il governo instaurato dall'Austria. La Giovine Italia costituì uno dei momenti fondamentali nell'ambito del Risorgimento italiano.

A leggere l'intervista di Marotta oggi, alla Gazzetta dello Sport, i tifosi bianconeri avranno pensato alla speranza di un "risorgimento" che aspettano da tempo per tornare dove il blasone vorrebbe.

Dall'intervista alla Gazzetta di oggi, si notano tre fattori principali: l'importanza di Andrea Agnelli e della famiglia, la credibilità del progetto, la necessità dell'aiuto di tutti, anche dei tifosi. Marotta ha le idee chiare, è concreto, e ha dato una linea chiara e una programmazione definita: squadra giovane, italiana e economicamente sostenibile.

Ecco in sintesi il Marotta pensiero sulla Juventus:
«Un’esperienza unica. Il calcio è uguale a tutte le latitudini, ma quando entri nel mondo-Juve capisci subito quanto pesa lavorare in uno dei club più importanti del mondo. La pressione è tanta, ma l’entusiasmo è pure superiore».


Sull'ambientamento:

«Il presidente, innanzitutto. Andrea Agnelli è giovane, ma vive il calcio da quando era ragazzo, cioè da quando frequentava la Juve insieme al padre e allo zio. Così ha maturato una grande esperienza e ora tutti stiamo traendo giovamento dalle sue indicazioni... Andrea ha il carisma per trasmettere a tutto il gruppo di lavoro un concetto in cui credo molto anche io.
«La grandezza di un club non è data solo dal tasso tecnico dei giocatori. Non basta spendere per avere successo. Il valore aggiunto viene dalla cultura che la società trasmette ai singoli: il senso di appartenenza, lo spirito di competizione e la voglia di migliorarsi sempre. Una volta ottenuto ciò, ne deriva anche la disciplina. E
Delneri, vedrete, è l’uomo giusto al posto giusto ».

Sul Gap con l'Inter

«Stiamo lavorando per allestire una squadra competitiva, ma serve pazienza. Mai perdere di vista i parametri finanziari. E dopo il ciclone di Calciopoli sarebbe stata dura per tutti riemergere.... Sono mancati i risultati nell’ultima stagione, ma il lavoro di programmazione resta. E la Juve ha i fondamentali per fare bene e tornare a vincere: anche nel breve periodo».

Sui giovani e budget

«Innanzitutto continuando a investire sui giovani, meglio se italiani. Da sempre la Juventus è il serbatoio della Nazionale, vogliamo continuare ad esserlo. Perciò tra le prime indicazioni del presidente c’è stata l’attenzione per il vivaio. Un compito che mi sono preso volentieri. Sinora siamo stati gli unici a spendere, ma è presto per fare i conti. L’importante è fare i passi giusti, senza perdere mai l’equilibrio finanziario, come vuole Platini. Il Milan s’è messo a dieta, ma anche l’Inter va verso questa direzione. Certo, quel rosso da 154 milioni dell’ultimo bilancio non è più compatibile».

Sugli acquisti effettuati

«Beh, non è stato facile convincere Bari e Genoa per avere Bonucci. Siamo soddisfatti, anche perché il difensore ha i requiasti del nostro rinforzo ideale. E’ bravo, è giovane ed è già azzurro..Cerchiamo giocatori al top e Pepe fa un lavoro di quantità che è prezioso in un gruppo di prima grandezza. Tocca ad altri dare la qualità alla Juve».

Sui prossimi potenziali:

Krasic««Abbiamo fatto la nostra offerta al Cska Mosca che non l’ha accettata. Poi noi abbiamo preso altre strade. L’ultima è quella di Lanzafame. E’ cresciuto nel vivaio bianconero e sinora non ha mai avuto la grande opportunità. Nel frattempo è cresciuto e siamo convinti che saprà sfruttarla al meglio». Elia: «Che è un ottimo giocatore e che l’Amburgo lo valuta tanto».
«Il nostro obiettivo è quello di avere due giocatori per ruolo. Siamo un cantiere aperto, ma sarebbe sbagliato aver fretta. Chiedo pazienza ai tifosi, magari anche sino a fine mercato».


Marotta, infine ha praticamente sancito l'addio con Camoranesi e confermato Chiellini e Marchisio come pietre miliari da cui ripartire.

A leggere quest'intervista, magari non tutti i tifosi saranno soddisfatti, perchè si parla di "vincere anche nel breve periodo", ma non subito, e quindi tutti sono consapevoli che anche la prossima stagione potrebbe essere interlocutoria. A tutti coloro che la pensano così. dico che i proclami non sono mai serviti a nulla. Questa Juventus, mi sembra stia partendo bene e sono d'accordo con Marotta, quando dice che ci saranno movimenti fino alla fine del mercato e bisogna avere pazienza.


ECCO L'ESTRATTO, QUASI COMPLETO, FONTE GAZZETTA DELLO SPORT DI OGGI

Un’esperienza unica. Il calcio è uguale a tutte le latitudini, ma quando entri nel mondo-Juve capisci subito quanto pesa lavorare in uno dei club più importanti del mondo. La pressione è tanta, ma l’entusiasmo è pure superiore».

Chi l’ha aiutata ad ambientarsi?
«Il presidente, innanzitutto. Andrea Agnelli è giovane, ma vive il calcio da quando era ragazzo, cioè da quando frequentava la Juve insieme al padre e allo zio. Così ha maturato una grande esperienza e ora tutti stiamo traendo giovamento dalle sue indicazioni».

In che senso?
«Già il ritorno di un Agnelli in prima linea è il segno che la proprietà crede nel progetto. Si aggiunga che Andrea ha il carisma per trasmettere a tutto il gruppo di lavoro un concetto in cui credo molto anche io».

Quale?
«La grandezza di un club non è data solo dal tasso tecnico dei giocatori. Non basta spendere per avere successo. Il valore aggiunto viene dalla cultura che la società trasmette ai singoli: il senso di appartenenza, lo spirito di competizione e la voglia di migliorarsi sempre. Una volta ottenuto ciò, ne deriva anche la disciplina. E
Delneri, vedrete, è l’uomo giusto al posto giusto ».

Belle parole. Ma come la mettiamo con il gap con l’Inter?
«Stiamo lavorando per allestire una squadra competitiva, ma serve pazienza. Mai perdere di vista i parametri finanziari. E dopo il ciclone di Calciopoli sarebbe stata dura per tutti riemergere
».
Il popolo bianconero patisce questa situazione.
«Non confondiamo le cose. Sono mancati i risultati nell’ultima stagione, ma il lavoro di programmazione resta. E la Juve ha i fondamentali per fare bene e tornare a vincere: anche nel breve periodo».

Come?
«Innanzitutto continuando a investire sui giovani, meglio se italiani. Da sempre la Juventus è il serbatoio della Nazionale, vogliamo continuare ad esserlo. Perciò tra le prime indicazioni del presidente c’è stata l’attenzione per il vivaio. Un compito che mi sono preso volentieri ».

Con la Sampdoria ha già ottenuto bei risultati con le giovanili.
«Negli ultimi anni club come la Samp, il Genoa e il Palermo hanno seminato tanto e bene. Ora tocca anche a
noi riprendere la strada maestra ».

Qual è la ricetta?
«Migliorare lo scouting, a 360 gradi. Ormai non ci sono più frontiere, i talenti vanno cercati in tutto il mondo».

Con gli stranieri come facciamo?
«Non deve condizionarci il flop azzurro in Sudafrica. Dobbiamo cercare la qualità dappertutto perché la Serie A deve attrarre le stelle per restare competitiva a livello europeo. E se i club italiani vincono nelle competizioni Uefa credo ne tragga beneficio anche la Nazionale».

Quant’è il budget?
«Sinora siamo stati gli unici a spendere, ma è presto per fare i conti. L’importante è fare i passi giusti, senza perdere mai l’equilibrio finanziario, come vuole Platini».

Comearriva la Juve al 2012, l’anno dell’introduzione del Fair play finanziario?
«Con uno stadio di proprietà a cui sta lavorando l’a.d. Blanc e con la prospettiva di aprire un ciclo importante».

Anche le altre grandi si stanno mettendo in riga.
«Il Milan s’è messo a dieta, ma anche l’Inter va verso questa direzione. Certo, quel rosso da 154 milioni dell’ultimo bilancio non è più compatibile».

Guardiamo agli ultimi colpi: il più difficile?
«Beh, non è stato facile convincere Bari e Genoa per avere Bonucci. Siamo soddisfatti, anche perché il difensore ha i requiasti del nostro rinforzo ideale. E’ bravo, è giovane ed è già azzurro...».

L’arrivo di Pepe non ha scaldato proprio tutti.
«Cerchiamo giocatori al top e Pepe fa un lavoro di quantità che è prezioso in un gruppo di prima grandezza. Tocca ad altri dare la qualità alla Juve».

E’ in arrivo anche Martinez.
«Aspettiamo che superi le visite mediche. Poi trarremo le conclusioni. Anche lui può darci una mano importante».

Ed ora cosa accadrà con Krasic?
«Abbiamo fatto la nostra offerta al Cska Mosca che non l’ha accettata. Poi noi abbiamo preso altre strade. L’ultima è quella di Lanzafame».


Con quali prospettive?
«E’ cresciuto nel vivaio bianconero e sinora non ha mai avuto la grande opportunità. Nel frattempo è cresciuto e siamo convinti che saprà sfruttarla al meglio».

Cosa ci dice di Elia?
«Che è un ottimo giocatore e che l’Amburgo lo valuta tanto».

Ci sono ancora un po’ di acquisti da fare.
«Il nostro obiettivo è quello di avere due giocatori per ruolo. Siamo un cantiere aperto, ma sarebbe sbagliato aver fretta. Chiedo pazienza ai tifosi, magari anche sino a fine mercato».

Camoranesi reclama un aiuto finanziario per andar via.
«Abbiamo parlato con tutti gli agenti dei nostri calciatori. Nel caso di Mauro abbiamo spiegato che la Juve gli sarà sempre grata, anche dal punto di vista umano, ma arriva sempre il momento in cui occorre voltar pagina».

Come giudica la scelta di Buffon di operarsi?
«Lo aspettiamo con fiducia. Gigi è uno di noi».

Chiellini resta o no?
«Mai messo sul mercato. Anzi, siamo pronti a incontrare il suo agente per dargli il riconoscimento economico che merita».

Anche Marchisio?
«L’obiettivo è crescere in casa i nostri talenti e Marchisio è uno di questi

domenica 27 giugno 2010

ERRORI OGGI, COMPLOTTI IERI


Ai mondiali in Sudafrica era quasi arrivato di tutto: eliminazioni eccellenti, polemiche, pianti, bei gol, errori sottoporta, goleade...ma mancava qualcosa, gli errori arbitrali. Per non farsi mancare nulla, ieri sono arrivati, addirittura in coppia, influenzando, forse, l'esito delle partite.

In Germania-Inghilterra, è stato negato un bellissimo gol di Lampard, per fare un paragone, molto, ma molto più evidente dei gol di Bierhoff, Pellissier e Bianconi che alcuni tifosi reclamano quando si parla di errori arbitrali pro Juventus.

In Argentina-Messico è stato convalidato da Rosetti, un gol in netto fuorigioco, molto più fuorigioco di quello dato a Klose in Bayern Monaco-Fiorentina, inferiore solo al "famoso" fuorigioco di gruppo" di Siena.

Ascoltando in serata i commenti sono principalmente due gli elementi che mi lasciano perplesso e che mi spingono a una breve riflessione.

Perchè in questo caso, nei dibattiti, si parla di errori, di necessità di tecnologia e di "arbitri scarsi" e nel passato no?

Perchè se Rosetti, commette un errore pro Argentina è in un buona fede (anche se forse ha visto che era un gol da annullare) e alcuni colleghi italiani se, in passato commettevano errori pro-Juventus non lo erano?

Perchè alcuni commentatori, sulla stessa tipologia di errori (gol annullati regolari, fuorigioco), parlano giustamente di errori per alcuni e di complotti e cupole per altri?

Questo mondiale, testimonia una volta ancora che c'è bisogno di molti occhi, per commettere meno errori possibili, ma che ci vorrebbe, forse un minimo di coerenza da parte di chi analizza gli episodi perchè se questi sono errori oggi lo erano anche prima, se invece sono frutto di altri ragionamenti ci dicano da chi è formata la cupola in questo caso.

A noi permane, il dubbio, ci sembra che siano errori, da matita rossa, ma solo errori. A pensarla diversamente non varrebbe nemmeno la pena di giocare, purtroppo qualcuno che la pensa diversamente c'è e come Diogene con la lanterna, sta ancora cercando le prove per dimostrare che certi errori erano frutto di una cupola, che non esiste.





SUAREZ O DZEKO, PERCHE' NO ENTRAMBI?


A prendere Tuttosport di oggi, ci sarebbe da illudersi, forse come al solito diranno alcuni.

"Agnelli ordina Dzeko", poi ..."Juventus, hai visto Suarez". Bhe in ogni caso la Juventus cadrebbe in piedi. Dzeko non ha bisogno di presentazioni, in settimana Molinaro, che l'ha osservato da vicino in Bundesliga l'ha definito "fuori categoria", i tifosi lo sognano la notte, e se Agnelli si permette di ordinare, visto che comanda, noi suggeriamo caldamente nel nostro piccolo.

Suarez è forse, il nome nuovo per i meno appassionati, non certo per gli esperti. Gioca nell'Ajax e la Juventus l'ha affrontato nell'andata in Europa League, E' tecnico, veloce e sicuramente un'ottima seconda punta. La differenza sta tutta li, prima o seconda punta?

A noi piacciono entrambi, Dzeko aprirebbe forse più gli spazi e sarebbe utile per i cross degli esterni, Suarez ci sembra migliore nell'uno contro uno e forse più tecnico.

Vito che nel mercato ci sono i sogni e "i sogni son desideri" ci permettiamo, di immaginarci una coppia Dzeko/Suarez, tecnica, velocità e gioventù, senza dover obbligatoramente scegliere. Chissà come la pensa la maggioranza dei tifosi bianconeri.

Sarà difficile vederli insieme, soprattutto viste le quotazioni e visto il budget a disposizione, ma se si indovinasse qualche cessione (soprattutto in avanti), il sogno non sarebbe forse vano. Un attacco Suarez, Dzeko, Iaquinta e Del Piero con Martinez eventuale seconda punta per le occasioni di emergenza non sarebbe male no? Purtroppo è solo un'illusione e se va bene i tifosi dovranno già esser contenti di vedere a Torino uno dei due.





ANALISI DA DIECI, MA SENZA LODE

Ho letto con attenzione come si sta trattando l'eliminazione dell'Italia. A caldo c'è stata la rabbia dei tifosi e il rapido processo a Lippi, iniziato e concluso in pochi secondi con la sua totale colpevolzza. Dopo le prime ore è iniziata invece l'analisi sulla crisi del calcio italiano, su come risollevare le sorti del paese, etc, etc.
Alcune testate hanno forse esagerato (le bare in copertina, francamente non le abbiamo capite), infatti qualcuno si è risentito (che carattere questo Pepe...!)
Prandelli sarà eroe nazionale e Balotelli e Cassano i nuovi paladini del nuovo mondo. In mezzo a questo mare magnum, ho apprezzato soprattutto l'articolo di Fabio Monti del Corriere della Sera di ieri, che analizza in modo puntuale i mali del calcio, ma allo stesso tempo, forse trascura "qualcosa".
Parla giustamente di stadi di proprietà, diritti televisivi, vivai, stranieri, tutti argomenti giusti, argomenti imprescindibili, che anche secondo noi hanno portato alla crisi.
Monti è molto onesto quando dice: " Soltanto la Juve ha deciso di costruire il proprio stadio; gli altri invocano la legge che agevoli la costruzione di nuovi impianti, ma resta il sospetto che in molti siano interessati soprattutto a tutto quanto sta intorno allo stadio del futuro (appartamenti e centri commerciali)."

Noi aggiungeremmo, la Juventus in questo è stata all'avanguardia e ha saputo creare un primo modello di business per uno stadio polifunzionale, Ci piacerebbe che anche qualcun altro lo ammettesse e non dicesse solo che "è stata colta un'opportunità favorevole". Chissà chi è, come dice Monti che invoca una "legge per l'agevolazione nella costruzione di nuovi impianti"..io qualche nome ce l'avrei.
Detto questo, un altro punto degno di nota, secondo me è il seguente: "... club italiani dal ’99, l’anno dell’introduzione dei diritti tv soggettivi, hanno sperperato 5,9 miliardi di euro: fra acquisto di giocatori (molti sottoutilizzati), ingaggi fuori mercato e stipendi di allenatori, da esonerare alle prime difficoltà, i presidenti non si sono fatti mancare niente... "
Mi piacerebbe chiedere a Monti a chi si riferisce, noi abbiamo sempre i nostri nomi pronti nel cassettino della scrivania comunque... del resto qualcuno (per chi ci segue con assiduità), avrà già individuato il pezzo i cui si parla di una società che ha speso in 15 anni 1,000 milioni in acquisti.
Riteniamo, inoltre che la legge Melandri sulla spartizione dei diritti tv non ha sicuramente migliorato la situazione. Non ci sembra eccezionale approvare una legge senza prima aver individuato i paletti della spartizione. In un mondo che va verso la Champions League dove sono solo 4 le squadre per ogni nazione (grazie a qualcuno... saranno 3 prossimamente), indebolire economicamente le più forti, non ha fatto altro che livellare verso il basso il tutto.
Non voglio qui parlare di campionato italiano, perchè alcuni tifosi dicono che quella squadra rubava, ma vorrei chiedere quali sono le uniche squadre italiane ad aver vinto in campo internazionale con molti italiani in campo e qual'è l'unica ad essere arrivata quattro volte in finale con un bilancio in utile e molti italiani in campo.
La risposta è facile. Quelle squadre erano espressione del calcio nazionale.
Quelle squadre sono quelle maggiormente penalizzate da calciopoli in un'indagine che "dopo l'intercettazione di Abete", pone dubbi inquietanti su tutta la gestione.
Forse quando si parla di crisi bisognerebbe parlare di cosa è successo dal 2006 e di come stiamo oggi. Era tutto sbagliato in quegli anni prima del 2006, è tutto giusto oggi?
I media che con una nazionale vincente, hanno "sputato bile" sulla squadra espressione di un calcio sostenibile, programmato e vincente, sapranno cambiare opinione o si nasconderanno di fronte alle lampanti evidenze odierne?
Ci piacerebbe che qualcuno sui quotidiani più letti, ci dicesse, per una volta che forse la Juventus non era il male da estirpare, Moggi non era il solo uomo nero e che forse, qualcuno ha sbagliato (a proposito, nessun giornale si chiede come mai 4 anni fa ci fossero sbobinatori leprihttp://www.corriere.it/sport/speciali/2010/mondiali-calcio-sudafrica/notizie/26-giugno-stadi-talenti-stranier-tv-8-settembre-calcio-italiano-monti_c96fcd00-80fb-11df-9a47-00144f02aabe.shtml ed ora sbobinatori tartarughe..).
Io spero che ci sia qualcuno che lo scriva, anche sui più importanti quotidiani italiani, prima o poi.
Monti è stato bravissimo nel suo articolo, ma per dargli la lode... manca ancora una piccola riflessione, spero che magari in futuro, la possa aggiungere.


ECCO L'ARTICOLO DI MONTI, FONTE http://www.corriere.it/sport/speciali/2010/mondiali-calcio-sudafrica/notizie/26-giugno-stadi-talenti-stranier-tv-8-settembre-calcio-italiano-monti_c96fcd00-80fb-11df-9a47-00144f02aabe.shtml

Premessa: non è indispensabile avere la migliore Federazione del mondo, per battere la Nuova Zelanda e pareggiare con la Slovacchia. Però questa eliminazione dal Mondiale, al di là della figuraccia, è l’8 settembre del calcio italiano ed è molto più grave, strutturalmente, di quella del ’66 e del ’74.

Questa uscita di scena così avvilente annuncia tempi grami, ma in fondo rappresenta la sintesi di quanto ha saputo produrre un movimento, dove si continua a litigare, senza che nulla funzioni davvero e dove la Figc è costretta ad un sostanziale immobilismo, che nessuno ha il coraggio di rompere.

Gli stadi di proprietà non avrebbero aiutato a superare il primo turno, ma resta il fatto che i club italiani dal ’99, l’anno dell’introduzione dei diritti tv soggettivi, hanno sperperato 5,9 miliardi di euro: fra acquisto di giocatori (molti sottoutilizzati), ingaggi fuori mercato e stipendi di allenatori, da esonerare alle prime difficoltà, i presidenti non si sono fatti mancare niente, quando avrebbero potuto mettere a frutto questo momento di straordinario benessere. Invece adesso si ritrovano con due miliardi di euro di debiti. Soltanto la Juve ha deciso di costruire il proprio stadio; gli altri invocano la legge che agevoli la costruzione di nuovi impianti, ma resta il sospetto che in molti siano interessati soprattutto a tutto quanto sta intorno allo stadio del futuro (appartamenti e centri commerciali). Gli impianti esistenti restano in mano agli ultrà: ci saranno anche i tornelli e i controlli sull’acqua minerale, ma continuano ad entrare petardi, bombe- carta, fumogeni.

Del resto i presidenti sono stati solerti nel provvedere a svuotare gli stadi e a riempire gli studi, prima vendendo e poi svendendo alle televisioni tutto il prodotto calcio, senza freni e senza ritegno. Per creare palinsesti sempre più appetibili, si modificano orari e calendari; si gioca alle 20.45 con nove gradi sotto zero (tanto chi ha i decoder ha anche il riscaldamento) e alle 15, quando è estate. Sulla qualità dei prati è superfluo insistere; sorprende, semmai, che ci si lamenti degli infortuni e della qualità del gioco.

Altro problema: gli stranieri. L’Unione europea non consentirebbe certo all’Italia di chiudere le frontiere, come nel ’66, dopo la Corea, ma bisognerebbe capire perché i settori giovanili sono strapieni di giocatori provenienti da Federazioni estere (attraverso percorsi non sempre chiari) e che riducono gli spazi dei ragazzi italiani. Come insegna la storia, il problema non è mai la qualità (i campioni stranieri), ma la quantità, quella che alla fine chiude la strada alle generazioni future. Sarà un caso, ma l’Under 21 rischia di non andare nemmeno ai Giochi olimpici di Londra 2012, mentre i presidenti vorrebbero più extracomunitari. Abete ha presente la questione in termini globali, ma i club, la vera razza padrona, non accettano interferenze: considerano la nazionale una seccatura (a parte Mondiale ed Europeo da vincere) e mantengono in vita un campionato di A a 20 squadre, che alimenta soltanto dubbi e sospetti.

In Italia si parla di tutto, soprattutto di soldi, ma non di calcio, come si è era capito anche nell’ultima assemblea federale (23 marzo 2009), quella che aveva eletto con un plebiscito Abete. Il dibattito interno al Consiglio è nullo. Si alza la voce prima, mai durante. Il Settore Tecnico lavora e si muove a fari spenti, attraverso percorsi propri: mai che si apra un dibattito su quale tipo di calcio si vorrebbe vedere, come invece accadde nel ’74; sui metodi di lavoro; sulle ragioni della mancanza di ricambi generazionali nonostante una base enorme; su come formare i tecnici. E la Figc resta a guardare. Manca una figura di coordinamento delle nazionali giovanili (Under 17, Under 18, Under 19 e Under 20), che aiuti a dare un orientamento univoco alle rappresentative azzurre, affidate a grigi burocrati, a parte Francesco Rocca. Ognuno va per la sua strada. Piace litigare sugli arbitri e per gli arbitri. Slovacchia-Italia, trasferita nel nostro campionato, si sarebbe ridotta ad un processo infinito sul tiro di Quagliarella respinto al di qua o al di là della linea e sul fuorigioco che ha portato all’annullamento del gol dell’azzurro.

Quanto alla giustizia sportiva, che una volta brillava per la propria rapidità, da quando è stata inventata la Superprocura, guidata da Stefano Palazzi, ha tempi più lunghi di quella ordinaria. Nessuno osa dire niente, nel rispetto di un’autonomia che è diventata inefficienza. E allora: perché stupirsi se il pallone italiano invece di rotolare, va a rotoli?

sabato 26 giugno 2010

NON SUCCEDE... MA SE SUCCEDE


Avrei voluto intitolare questo articolo "GOD SAVE CAPELLO", questa volta si per influenzare qualche lettore a tifare per l'Inghilterra oggi. Poi, sfortunatamente, ho visto che il titolo era inflazionatissimo e quindi ho preferito cambiare.
Spero che Capello non me ne vorrà, perchè quella frase, a volte porta un pò male...
Aveva cominciato Toni e sappiamo come è andata a finire con la Roma, ha continuato Lippi, prima del Mondiale e medesima fine, ora la usiamo per Capello, cambiandola in questo modo "Non succede, ma se succede che l'Inghilterra di Capello, vince il Mondiale, vorrei vedere la faccia dei detrattori della Juventus del 2006". Dopo la squadra nel 2006, ci sarebbe l'allenatore nel 2010, bella accoppiata no? Non succede... state tranquilli, è solo una nostra idea e Capello non ha mai detto quelle cose, però non si sa mai.
Nel frattempo sono in pochi a ricordare che qualcosa di italiano, a parte l'arbitro Rosetti, c'è ancora al Mondiale, perchè quindi non tifare per lui oggi?
Sento parlare di italiani che tiferanno Maradona, altri tiferanno per il Brasile, ma pochi per Capello...
Io invece, tiferò per lui, nella speranza che con il suo lavoro possa sbugiardare qualche critico, che lo aveva messo alla gogna dopo la prima partita (leggi l'articolo di uno dei principali detrattori di Capello).
Capello oggi si gioca tutto, la sua squadra ha alti e bassi ma potenzialmente sarebbe superiore, come singoli alla Germania. Collettivo contro singoli, quindi, chi vincerà?
La sfida tra tedeschi e inglesi è storia del calcio, sicuramente insieme al derby iberico l'ottavo più spettacolare.
La rivalità si può riaussumere in un anno 1966: Haller segnò quasi subito, dopo 12°, Hurst pareggiò al 18°. Al 78° Peters realizzò il gol del 2-1 che sembrava aver chiuso l'incontro. Su una contestata azione a palla ferma, Weber riuscì tuttavia a segnare il 2-2 quando ormai mancava un minuto alla fine. Ma ecco l'episodio storico: al 101°, undici minuti dopo l'inizio dei tempi supplementari, Hurst lasciò partire un tiro che sbatté contro la faccia inferiore della traversa e rimbalzò sulla linea prima di tornare in campo. Le riprese televisive dimostrarono che la palla aveva battuto sulla linea e non aveva superato completamente la linea di porta. L'arbitro, indeciso, chiese il parere del assistente Tofik Bakhramov. Secondo il telecronista BBC Kenneth Wolstenholme il guardalinee russo parlava solo russo e turco e quindi il dialogo avvenne in modo gestuale. Fatto sta che il guardalinee convalidò e allo scadere Hurst segnò il quarto per l'Inghilterra, che vinse 4-2, tra il tripudio inglese e le lacrime e contestazioni tedesche.
La storia ci racconta poi dei Mondiali 1970 dove agli inglesi non basto' il vantaggio temporaneo per 2-0, rovesciato in un 2-3 finale a Leon, che fu sinonimo di addio a quella che si chiamava ancora Coppa Rimet. La storia ci porta alle sfide del girone di Spagna '82, quando gli inglesi trovarono i tedeschi e non superarono il girone. Oppure al mondiale italiano del 1990 con la partita di Torino (era l'Inghilterra di Gary Lineker, Waddle, Shilton, Gascoigne...che squadra...e come era forte Lineker!!!), persa 4-3 ai rigori.
Gli eroi di quell'Inghilterra ora non ci sono più, gli inglesi moderni sono Lampard, Gerrard, Rooney e quel Defoe che ha salvato "Faboulous Fab" con la Slovenia.
Difficile sapere se "questi leoni moderni basteranno" per questo concludo con le parole di Bobby Charlton a fine partite nel 1966, si volto' verso il fratello Jack e gli disse: ''Bene, che e' successo ragazzo? Le nostre vite sono cambiate completamente, non saranno piu' le stesse''.
Dal 1966 l'Inghilterra non ha più battuto la Germania ad un mondiale.
A sentire la frase di Bobby Charlton ad alcuni tifosi vengono in mente, magari le parole di Cannavaro, Buffon, Pirlo, Gattuso, Lippi, a fine mondiale 2006 e che magari anche loro pensavano che la loro vita non sarebbe stata più la stessa e magari si aspettavano un'accoglienza in Italia meno "cattiva" per un'eliminazione 4 anni dopo. Purtroppo la memoria non conta e il passato si dimentica in fretta. I tifosi della Juventus, invece nel 2006, pensarono anche loro che "la loro vita era cambiata", e forse per questo alcuni tiferanno per quell'allenatore che allenava una squadra straordinaria.






DIVORZI DIFFICILI, C'E' ANCHE L'UOMO NERO?


C'è un differenza sostanziale che evince dopo alcune settimane di mercato, tra la Juventus attuale e qualla del passato. Se dal punto di vista degli acquisti Marotta sta dimostrando grande sagacia, grande abilità e prontezza, non possiamo dire, a questo momento lo stesso per le cessioni dei giocatori di lunga militanza. A sua discolpa Marotta, però, può contare sull'atteggiamento totalmente negativo ed ostracistico di alcuni giocatori, che per ragioni diverse non intendono abbandonare la squadra bianconera se non di fronte a buonuscita o ad offerte all'altezza.
Si tratta, di divorzi difficili, duri, che potrebbero creare difficoltà nella campagna acquisti bianconera e nel budget. Chissà cosa passa nella mente di questi giocatori, che, forse non si accorgono del tempo che passa, o forse non vogliono abbandonare una maglia per cui hanno dato tanto. I tifosi si dividono in romantici e cinici. I romantici li vorrebbero ancora, i cinici meno.
Ricordiamo che, forse, tra quei giocatori, c'è anche chi ha detto a Zaccheroni "ho fatto il mio tempo, non conti su di me...", ci sarà quindi anche il famoso mister x?
Difficile dirlo, forse facile pensarlo. Se così fosse, ricordiamo a chiunque di loro fosse, che per lo stipendio che prende, dovrebbe dare il 100% per quella maglia e "dare il massimo" sempre, soprattutto nelle difficoltà, perchè li si vedono gli uomini come i tifosi veri.
E' brutto da dirsi, ma bastano, forse certi atteggiamenti per rovinare quanto di buono fatto in passato. A volte bisogna anche saper svoltare, basta ricordare solo alcuni nomi che hanno fatto la storia della Juventus moggiana e che poi sono stati ceduti per ragioni di bilancio o per far spazio ai nuovi. Il cuore conta, ma contano anche motivazioni, freschezza, voglia di vincere e quella "fame", ormai un pò sbiadita.
Solo per citarne alcuni: Vialli, Ravanelli, Paulo Sousa, Kholer, Deschamps,...sono tutti giocatori che hanno continuato la loro carriera dopo essere stati nel cuore dei tifosi e che ricodano pagine indimenticabili e uomini veri, unici.
A volte i divorzi sono dolorosi, ma se uno ha amato e ama quella maglia dovrebbe forse, essere capace a rinunciare a qualcosa per permettere alla squadra di continuare un progetto.
I tifosi, forse possono accettare anche che i giocatori che arrivano e stanno una sola stagione vogliano monetizzare, ma è più difficile pensare che chi ha fatto la storia, non sia capace di dire basta, soprattutto se fosse uno di loro ad aver detto "non conti su di me"...
Vedremo, in ogni caso solo con questi divorzi Marotta potrà portare a termini altri acquisti, i tifosi devono essere pronti ad accettare le cessioni e a svoltare pagina, del resto molti erano tristi anche quando andò via Roberto Baggio, ma solo così sbocciò definitivament Del Piero... I tifosi sono pronti, chissà se anche Mister X sarà pronto....

UN CELLINO NELLA RETE

Nella grande rete di Calciopoli, ormai sono caduti in tanti, alcuni sostiene una parte, quasi tutti dice un'altra. In questa rete era caduto anche il presidente del Cagliari Massimo Cellino.

Secondo Tuttosport il presidente del Cagliari sarebbe "colpevole" di sapere in anticipo le designazione arbitrali, praticamente come molti suoi colleghi. Secondo Tuttosport: “Sono le 11.33 di venerdì 10 dicembre la domenica successiva il Cagliari è impegnato a Reggio Calabria e al cellulare di Cellino arriva la chiamata di Ghirelli: «Sono Francesco, hai Rosetti ». Il presidente del Cagliari impreca, l’interlocutore cerca di calmarlo: «Perché non ti va bene». La risposta: «Fuori casa no, è un casalingo, allucinante, sono morto... L’ho avuto a Roma»”.

Personalmente penso che la telefonata non dica molto, semplicemente esemplifica ancora una volta quanto noi sosteniamo da una vita ormai. In molti chiamavano, tutti rispondevano, tutti sapevano, tutti tiravano l'acqua al proprio mulino. Se avessimo messo sotto stretta osservazioni tutti i telefoni ci saremmo accorti che "piaccia o non piaccia" tutti chiamavano.

Purtroppo, ma per fortuna per alcuni (e noi sappiamo chi...), l'indagine è stata fatta in modo "monotematico", si è creata la cupola, che è crollata come la torre di Babele, sotto i colpi dei propri testimoni e grazie a cd dal costo di solo 35,000 euro l'uno.

Noi ci sediamo sulla riva del fiume e aspettiamo, che altro possiamo fare?. Vogliamo giustizia uguale per tutti, anche se ormai, forse lo stiamo dicendo da troppo tempo e abbiamo davanti membri della giustizia sportiva un tempo lepri, diventate quattro anni dopo tartarughe.

venerdì 25 giugno 2010

BUONI I PRIMI, ORA FUORI I SECONDI!!!



In questo mese di giugno abbiamo assistito a tutta una prima serie di operazioni di mercato da parte della nuova dirigenza bianconera.
Prima Pepe, poi Storari, poi Martinez e infine Bonucci (gli ultimi due ancora da ufficializzare).
A questi vanno poi aggiunti anche Lanzafame e Paolucci, che probabilmente verranno inclusi nel ritiro di Pinzolo, magari in cerca poi di una successiva sistemazione a lungo termine.
Come l'hanno presa i tifosi, la piazza è soddisfatta di questo primo operato di Marotta?
Bhe i giudizi sono contrastanti ma essenzialmente positivi. Pochi soldi spesi nell'immediato, investimenti dilazionati e prime cessioni (Molinaro, Criscito, Almiron).
Tuttavia l'elemento che contraddistingue tutti i giudizi dei tifosi è la voglia che questo sia solo l'inizio. Che gli acquisti fatti siano solo i primi, o l'antipasto e che arrivino poi i "secondi" e i piatti sostanziosi.
In previsione del ritiro che partirà il 3 luglio, Del Neri, avrà comunque già una base su cui lavorare a cui andranno aggiunti poi i pezzi da novanta.
Alla squadra per essere competitiva per le posizioni che vanno dal secondo al quarto posto, mancano ancora una punta da venti gol (alla Dzeko), un altro centrale e almeno due esterni di difesa di valore e uno di centrocampo.
Per acquistare tutto questo, però servono almeno 4 cessioni (Camoranesi, Trezeguet, Diego, Tiago). Tutto questo diventa elemento imprescindibile, per fare nuovi acquisti.
Vi starete chiedendo perchè abbiamo scritto dal secondo al quarto posto.
Bhe sinceramente riteniamo l'Inter ancora irraggiungibile e a meno che non decida di ripetere il girone di ritorno dell'ultimo campionato, sarà dura lottare alla pari.
Potrebbero, però esserci sorprese, soprattutto se Marotta sarà capace di assicurare i primi che i tifosi bianconeri sperano...

ANALISI STRUTTURALE DEL CALCIO ITALIANO

Ho deciso di usare questo titolo, copiando in modo pedissequo, le parole del presidente Federale Abete all'indomani della disfatta azzurra.
"....Ho fatto una scelta che non rinnego. Me ne assumo le responsabilità...Bisogna avviare una riflessione sulla crisi strutturale del calcio italiano".
Secondo me tutto deve partire da due parole: crisi e analisi strutturale del calcio italiano.
Cominciamo dalla prima.
Da dove è partita la crisi e soprattutto chi ha generato questa crisi.
Io non ho la sfera di cristallo, ma direi che forse qualcuno, alla luce della vittoria mondiale del 2006, o durante la vittoria mondiale pensava che forse il merito della vittoria era della Federazione, era proprio, che avrebbero fatto a meno della Juventus e delle altre squadre coinvolte in quello scandalo, che i tifosi avrebbero perdonato e dimenticato e che forse ce l'avrebbero fatta anche senza una delle squadre che hanno fatto la storia calcistica di questo paese.
La storia ci insegna che in tutti i mondiali le grandi squadre hanno dato blocchi alla nazionale. Così è successo nel 1982 (blocco Juve) e così è successo nel 1990 (blocco Inter/Napoli) e nel 1994 (blocco Milan). Nel 2006 c'era il (blocco Juve).
Evidentemente qualcuno è stato molto miope, ha cavalcato le teorie di qualcuno che ritenevano che la Juventus vincesse perchè aiutata e ha dato il la alla crisi.
Voi direte, siete di parte. Forse, ma che la crisi del calcio italiano sia frutto anche di calciopoli non siamo in pochi a crederlo.
Ecco le parole di Galliani a metà aprile : "Calciopoli ha fatto sparire le squadre più forti dall’Europa e al posto loro sono andate formazioni meno attrezzate con tutto il rispetto per il Chievo, ma è chiaro che non può avere le stesse prospettive della Juve. L'Italia non è una nazione bensì un insieme di comuni e quindi non ci si rende conto che in Europa ogni squadra fa corsa non solo per sé ma anche per gli altri”.

Galliani era stato un buon profeta, l'Italia ragiona in ottica campanilistica e in ottica campanilistica si è ragionato anche verso Calciopoli.

Noi pensiamo che la crisi strutturale del calcio italiano parta da li, proprio da li.
Manca la cultura sportiva, il rispetto dell'avversario, non ci sono regole uguali per tutti e quanto meno giustizia equa.
La causa di tutto è che si è tornati al tempo dei comuni, ma la colpa è di chi all'epoca di calciopoli ha descritto un mondo irreale creando rivalità che non saranno lenite a breve.
La gente vorrebbe fare una bella riga sul passato, ma consapevole che le cose dette siano vere e che non "ci hanno raccontato delle balle".
Si vedono processi a due velocità...come li spiegate, nel 2006 c'erano le lepri e ora le tartarughe, ma qualcuno si rende conto della gravità?
Si vede gente con la bava alla bocca contro Lippi per la figuraccia mondiale, a loro chiederei avreste preferito arrivare due volte secondi o preferite una volta primi e una ultimi?
Nella Babilonia italiana del pallone bisogna ricostruire tutto.
Nel 2006, si sono poste le basi per l'affondamento, economico e strutturale.
Allora, invece di andare a pensare a una legge per favorire la costruzione di nuovi stadi, si è andato a dibattere sui diritti tv, di fatto poi perdendo l'assegnazione degli Europei. Si è svalutato il campionato italiano rendendolo pari alla Ligue 1 e poi ci si meraviglia che la Francia vinca gli Europei.
Se l'Italia avesse voluto essere all'avanguardia avrebbe potuto fare una bella legge per salvaguardare i giocatori italiani, obbligando le squadre a inserire tra campo e panchina un numero minimo di giocatori del vivaio, solo per il campionato italiano. Dite che non è possibile.. a me sembra che in futuro questo verrà fatto.
Invece il male estremo era la Juventus, l'hanno sepolta sia i media che le istituzioni, ci hanno messo una bella lapide sopra e tutti felici e ora invece a leccarsi le verite e a cercare la causam che ovviamente sono gli eroi del 2006.
Forse nessuno, si è accorto che la Juventus l'anno prossimo inaugurerà uno stadio all'avanguardia? O meglio qualcuno se ne è accorto chiamandola non "professionalità", ma "opportunità favorevole"...
Infine, due parole sulla panacea di tutti i mali, mister Prandelli.
Fategli l'in bocca al lupo, ma a leggere i nomi da cui dovrebbe ripartire Prandelli mi viene da ridere. Mi viene da ridere semplicemente perchè alcuni ritengono che alcuni di questi sarebbero stati utili, magari giocatori con zero esperienza internazionale (nemmeno l'Europe League), alcuni giovani con meno esperienza di quelli portati da Lippi (tutti hanno praticamente ucciso Marchisio per le prestazioni ) e infine ci sono i potenziali fenomeni senza testa (indovinate chi?).

Per concludere aggiungo le parole che leggo or ora di Cannavaro, magari io sarò un pazzo visionario, ma il capitano del 2006, no, infatti dice: "Il nostro meccanismo deve cambiare, basta vedere i nostri stadi e la cultura che abbiamo nell'andare allo stadio. Bisogna investire nei giovani, sennò si vede che fine si fa. Il fallimento della Nazionale è pure il fallimento dei club. La vittoria del Mondiale è stata importante per tutto il Paese, poi ti prendi gli elogi per la vittoria, poi le critiche quando le cose non vanno. Da questa sconfitta si deve guardare al futuro per migliorare, sennò ci metteremo altri 27 anni per rivincere il Mondiale, impossibile per una nazione che vive di calcio come l'Italia".

Traete voi le vostre conclusioni, io le mie le ho già tratte, a dire il vero dal 2006 e mi raccomando mandate un sms di congratulazioni al vecchio presidente della Federazione per il bel lavoro svolto durante il suo mandato.

abete e cannavaro

«Il dovere della Federazione è quello di ripartire subito». Così il presidente della Figc Abete parla il giorno dopo il vergognoso flop azzurro ai mondiali sudafricani. «In Italia la Nazionale è importante, come il calcio che vive della passione di decine di milioni di tifosi. La prossima settimana, il primo luglio, presenteremo Prandelli come nuovo ct e da lui ripartiremo con nuove strategie federali». Il
Ovviamente c'è grande delusione per questa avventura finita male. Noi peerò siamo pronti a ripartire mettendo da parte il nostro stato d'animo legato al momento. Dobbiamo fare scelte giuste per invertire il trend decrescente di competitività della Nazionale che si è manifestato non ieri ma da un po' di tempo. Oggi siamo tristi ma ci prendiamo le nostre responsabilità».

La gratitudine nei confronti di Lippi non verrà mai meno. Non c'è nessuna logica di cinismo o voltagabbana da parte mia. Ora non obbiamo intristirci ma abbiamo il dovere di ripartire, è un obbligo della Federazione e di tutto il movimento calcistico italiano. Il risultato è stato fortemente negativo ma nella logica di responsabilità della Federazione dobbiamo riprenderci subito. La responsabilità è mia perchè sono il presidente della Federazione e quindi della Nazionale. Feci una scelta di riprendere Lippi che non rinnego, decisi così a fronte di una situazione che si fece difficile dopo gli Europei. Decisi di riprendere un ct campione del Mondo in carica. La scelta di assumere il tecnico è stta una scelta mia e me ne assumo le responsabilità. Il tecnico della nazionale ha comunque una totale autonomia decisionale e le scelte tecniche sono esclusivamente sue».

Fare una valutazione sugli scenari di competitività del calcio italiano non significa non avere la fortissima volontà di ripartire. C'è un livello di competitività decrescente e questo avviene già da un po'. Anche a livello di club ben difficilmente noi oltre il 2011-2012 manterremo la quarta squadra di club in Champions. C'è una difficoltà obiettiva di ricambio generazionale. Non sono pessimista ma realista. La nostra Under 21 ha difficoltà a qualificarsi nelle competizioni importanti e questo è un fatto oggettivo. I fatti sono qui a dimostrare di una sofferenza generalizzata. Non si tratta di parlare dei singoli, dei vari Buffon o Cannavaro ma c'è preoccupazione di ripartire per via di mancanza di esperienza internazionale di tanti giocatori italiani. In parte dovuto anche alla crescita nei grandi club delle presenze di stranieri nelle nostre squadre che tolgono spazio ai giovani che così non possono fare esperienza nelle competizioni internazionali, pur essendo molto bravi».

Prandelli ha un ottimo curriculum, con un trascorso di qualità a 360 gradi. Poi ognuno ha il suo carattere, il suo modo di comunicare e la sua sensibilità. Con Prandelli ct abbiamo voluto fare un'operazione di lungo periodo, il suo contratto sarà di durata quadriennale e quindi finalizzato al prossimo mondiale».

Il campanello d'allarme del tasso di competitività della squadra azzurra era suonato già prima di questo mondiale. La Federazione era consapevole di una situazione non serena e di calo di tecnica. Ora dovremo essere bravi noi a trovare le ricette giuste per ovviare a questa mancanza. Le ricette sono state interpretate in modo differente, c'è chi pensava che potevano essere convocati altri giocatori per questo Mondiale, chi invece pensava che bastasse cambiare modulo».

Il problema, non è di quantità, che sta diminuendo a causa dell'aumento del numero di stranieri che giocano in Italia, ma di qualità di giocatori selezionabili per la Nazionale. C'è un problema di esperienza internazionale dei giocatori. Si devono fare politiche più incentivanti con le risorse disponibili. Un problema per la Nazionale è un danno per l'intero sistema. Dovremo avere un confronto di politica sportiva che faremo in sede di consiglio federale. I commissari tecnici per il ruolo che ricoprono devono assumersi le responsabilità ma il discorso penso che debba essere più ampio. La colpa non è stata solo dell'allenatore».

Dovremo valorizzare i vivai compatibilmente con le risorse a disposizione, dovremo avere un confronto con i club e dare più forza al settore tecnico e giovanile della Federazione e la qualità dei tecnici. Non ci sarà, nè ci può essere una rivoluzione copernicana perchè le regole Uefa ce lo impediscono. Le squadre europee stanno andando mediamente male a questi Mondiali rispetto ad altre Federazioni sudamericane che stanno invece facendo benissimo».

PEr chi è stato felice dell'eliminazione dell'Italia il problema è suo, verso se stesso e verso il sistema di valori nei quali crede. Io sono triste come il 99.9% degli altri
italiani».


Cannavaro
«Nessuno si sarebbe aspettato questo risultato e questa mancanza di gioco». «Sapevamo tutti che rivincere il Mondiale sarebbe stato molto, ma molto difficile. La speranza, però, era quella di andare un po' più avanti, quello sicuro. Soprattutto dopo la prima partita contro il Paraguay io ero fiducioso. Avevamo fatto un buon esordio, secondo me».
Non aver vinto contro la Nuova Zelanda ci ha dato paura e troppa insicurezza. Ieri questo stato d'animo si è visto. Non eravamo sereni perchè sapevamo che dovevamo vincere a tutti i costi. E' stato un primo tempo bruttissimo, e nel secondo tempo abbiamo fatto poco di più. Nelle prime due partite abbiamo avuto difficoltà evidenti a far gioco ma ieri è stata di gran lunga la partita peggiore. E' difficile spiegare cosa sia successo ieri, siamo passati dall'essere campioni del mondo all'essere eliminati al primo turno in un girone non insuperabile».

«ogni paese ha i suoi problemi e io è da un po' che lo vado dicendo: il nostro meccanismo deve cambiare perchè basta vedere i nostri stadi e la nostra cultura calcistica per capire che qualcosa non va. E poi bisogna investire sui giovani perchè se tu non investi nelle risorse umane, poi vai ad affrontare un Mondiale dopo che ne hai vinto uno e fai una grande fatica a ripeterti sugli stessi livelli. Quando indossi una maglia con quattro stelle e sei obbligato a vincere la pressione ce l'hai in automatico. Noi ci siamo resi conto che c'era troppo timore di giocare, c'era troppa tensione e questo è un peccato perchè quando giochi a calcio e sei troppo nervoso non sei abbastanza lucido. Se queste partite le avessimo giocate in altri contesti le avremmo vinte tutte e tre senza problemi».

ìla mancanza di esperienza internazionale ma questa eliminazione non può cancellare quello che abbiamo fatto nel 2006. Lippi si è preso tutta la responsabilità, ha difeso la squadra, si è messo davanti e noi lo abbbiamo apprezzato. La colpa però non è solo del mister ma va divisa in parti uguali. Cassano e Balotelli? Con tutto il bene che voglio ad Antonio abbiamo fatto due Europei con lui e non li abbiamo vinti. Mario è giovane e deve ancora dimostrare il suo valore. Il mister ha fatto il suo lavoro come nel 2006 ma a volte le cose vanno bene e a volte no. Mi ha fatto male uscire così, tutto mi sarei aspettato tranne che di fare due punti in questo girone. E' un peccato perchè almeno agli ottavi o ai quarti si poteva arrivare».

Arrivi ad un Mondiale e se non vinci la prima partita poi tutti si complica. Ci è mancata una vittoria, se avessimo vinto una partita sarebbe stato tutto diverso. Potevamo prendere tre punti sia col Paraguay che con la Nuova zelanda. A livello psicologico il non vincere ci ha tolto sicurezza. Molti di noi era al primo mondiale. Come ti prendi gli elogi dopo la vittoria di un Mondiale ti devi prendere anche le critiche. Noi ci mettiamo la faccia e siamo tutti dispiaciuti. Ora da questa sconfitta dobbiamo guardare al futuro e cercare di migliorarci. Se restiamo come stiamo oggi ci mettiamo altri 25 anni per rivincere un mondiale e questo sarebbe una grave mancanza per un paese che vive di calcio».
«in giro altri Totti e Del Piero non ci sono. non vedo fenomeni pronti a rimpiazzarlo. Sarebbe stato più facile abbandonare dopo il 2006. Io però non lo ritenevo giusto nei confronti di chi mi aveva dato tanto. Io sono tranquillo perchè penso di aver dato il massimo sempre e sono sereno sotto questo punto di vista. Nel 2006 io ho portato una coppa, oggi non ce l'ho ma sono qui lo stesso a mettere la faccia. I ricambi sono pochi. Prandelli è un bravo allenatore e sa dove andare a lavorare. L'Italia però non sta fornendo materiale come accadde con la mia generazione. Oggigiorno dobbiamo riflettere sul fatto che ricostruire non è semplice. Il calcio è fatto di cicli: in questo momento abbiamo giocatori buioni ma non di prima fascia perchè se siamo usciti al primo turno vuol dire che in giro non ci sono fenomeni».
Ora per me è arrivata l'ora di salutare, ho fatto una buona carriera, ho dato tanto, ho giocato tantissime partite a volte buone, a volte meno buone ma questo fa parte della carriera di un giocatore. Anche Maldini nel 2002 dopo il Mondiale coreano ha subito tante critiche da capitano e poi è tornato ad essere protagonista. Fa parte del nostro ruolo. Per ricostruire dobbiamo ripartire dai giovani. Il futuro è lì', dobbiamo voltare pagina e sperare che i club capiscano che il fallimento della nazionale è anche il loro. Abbiamo vinto una Champions ma all'Inter di italiani ce n'eranoIl pochi».

NON CI INTRIGA MELO ALL'INTER


Come detto in più di un'occasione il mercato della Juventus, per ora è un mercato in divenire, alcune operazioni ci convincono di più (tipo Bonucci), altre di meno, in ogni caso Marotta ha una strategia ben precisa e saranno poi i giocatori sul campo a dimostrare di essere da Juventus, del resto anche Camoranesi quando arrivò dal Verona non era il Camoranesi ammirato poi, ad esempio ai Mondiali 2006.
Oggi, però, preferiamo parlare di cessioni e soprattutto di Felipe Melo che potrebbe portare denaro cash per portare a termine altre operazioni di mercato.
Ne vogliamo parlare perchè, cominciano a suonare alcune sirene, forse di allarme, forse no, in direzione Milano.
Partiamo quindi dalle parole di Massimo Moratti di ieri, riportate in parte oggi anche dal Corriere dello Sport e alcuni siti, in sintesi il pensiero di Moratti, che avrebbe detto:
"Vogliamo ripartire alla grande e vincere tutto anche la prossima stagione. In Italia sono convinto che possiamo conquistare anche i prossimi due scudetti, ma per restare al top in Champions League servirà un colpo. Mascherano è forte, ma è improbabile che arrivi. Costa troppo e non è detto neppure che il Liverpool lo venda». Felipe Melo, è un’idea che ci sta intrigando e sulla quale stiamo lavorando". Coutinho, il “pato nerazzurro èil nostro vero colpo, davvero un fenomeno. Tornerà ad inizio luglio e sarà la sorpresa dell’anno. Può giocare trequartista con Sneijder arretrato".


Da queste parole, possiamo desumere alcune cose, primo che Moratti è "quasi" sicuro che vincerà ancora il campionato. E come dargli torto, non ci sono avversari, la Roma il prossimo anno con la Champions avrà difficoltà a lottare su due fronti, il Milan a meno di clamorosi arrivi (Ibrahimovic) sembra in regime di austerity e la Juventus ha fuori dalla sede il cartello "lavori in corso" o se preferite "stiamo lavorando per voi".

Secondo, Mascherano costa troppo... bhe Felipe Melo non è che costi meno, pagato l'anno passato 24 milioni, se quest'anno dovesse fare un buon mondiale, come sta facendo il prezzo sarebbe lo stesso, se non maggiore, quindi attenzione.

Vorrei ricordare che al momento la Juventus non si trova, poi in serie b, quindi sarà difficile approfittare dei "saldi Ibrahimovic" di quattro anni fa.

Poi se qualcuno pensa che con calciopoli 2, la Juventus possa essere "rispedita" in serie b, è un altro discorso.

Infine, sempre su Felipe Melo, penso che Marotta, non avrà la minima intenzione di cederlo all'Inter se non in cambio di qualcuno estremamente utile alla causa bianconera.

Cederlo all'Inter vorrebbe dire due cose: uno rinforzare la concorrenza con un giocatore ancora giovane, due rischiare di mettersi contro la piazza in caso di buone prestazioni di Felipe Melo.

Moratti, ritiene l'operazione intrigante, i tifosi bianconeri, meno.

Ai tifosi intrigherebbero altre cose...ma questa, come al solito è un'altra storia e pure abbastanza vecchiotta.




giovedì 24 giugno 2010

MADE IN ITALY O NO?

L'Italia ha fatto fiasco, pesante fiasco.
Marotta, invece dopo Pepe sta per portare a casa un altro nazionale, Bonucci e ne abbandona un altro Criscito. Ieri, dopo una lunga trattativa il cartellino di Leonardo Bonucci è stato acquistato tutto dal Bari: il club pugliese lo ha riscattato per circa otto milioni di euro. Ora tocca alla Juventus completare il pacchetto e portare a Torino il centrale biancorosso.
Se sarà una buona operazione lo sapremo solo tra qualche anno, quando sicuramente Criscito andrà a fare il terzino sinistro dell'Inter.....
Lo stesso sapremo se Ranocchia era meglio di Bonucci.
Oggi come oggi, tuttavia Marotta con Almiron, pochi milioni e l'altra metà di Criscito riesce a prendere un ottimo centrale da affiancare a Chiellini. Un centrale consigliato anche da Buffon.
Sui forum i tifosi bianconeri sembrano abbastanza convinti dell'operazione, purtroppo Criscito, vuoi per dichiarazioni non troppo di favore verso la Juventus, vuoi per le prestazioni non eccezionali, vuoi per la poca esplosività non ha mai convinto molti tifosi. Rimane il rammarico, come detto che tra un paio di stagione potrà finire all'Inter, che con il Genoa ha un rapporto di stretta "amicizia".
Vedremo... se il made in Italy riuscirà a riconquistare i fasti di un tempo. Per il momento i presagi di quest'Italia, vista l'eliminazione sono nefasti e i tifosi bianconeri, quindi un pò preoccupati.
In Sudafrica il made in Italy ha fatto flop, i tifosi bianconeri sperano che non succeda la stessa cosa anche nella prossima stagione, visto come è andata quella passata.
Errare è lecito, perseverare... diabolico.



GAME OVER: APRITE IL PROCESSO


E' finita le lenta agonia dell'Italia. Hanno vinto i gufi. Hanno vinto gli iettatori.
Ha perso sicuramente la Federazione, ha perso Lippi, ha perso il suo blocco Juve dicono alcuni, io direi blocco Italia, perchè oggi ha perso il sistema Italia. Va a casa una squadra senza personalità, senza forza fisica, che ha ritrovato carattere solo dopo il gol nel finale, prima di un altro errore difensivo. Va a casa giustamente l'Italia, forse oggi non meritava di perdere nel secondo tempo, ma gli avversari non erano, per la terza volta, di prima fascia, ma di terza fascia.
Se non fosse andata a casa ora sarebbe sicuramente andata al prossimo turno contro l'Olanda.
Aprite pure i processi ora, e fateli belli e pure lunghi, trovate i colpevoli e metteteli tutti alla gogna come piace ai più, così sarete contenti.
Però individuate bene i colpevoli, e fate una bella analisi a 360 gradi.
4 anni fa vinsero i mondiali, quest'anno fuori al primo turno.
Sicuramente criticherete Lippi e le sue scelte, io dal mio piccolo non mi sento di criticare chi ci ha fatto vincere un mondiale dopo 24 anni.
Purtroppo il calcio nazionale è questo, i giocatori sono questi. Volevate Cassano e Balotelli, sarebbe cambiato qualcosa? Chi può dirlo...

Io avrei voluto avere qualche giocatore italiano della squadra che ha vinto la Champions League... ah scusate....non ce ne sono...o meglio ce n'era uno ma è stato più fuori rosa che in campo.

mercoledì 23 giugno 2010

MUST NOT CAN


Marcello Lippi in conferenza stampa ha detto: "Voglioso, come tutta la squadra. È questo l'aggettivo giusto per noi. Non vogliamo parlare delle tensioni e delle dichiarazioni in arrivo dall'Italia, vogliamo invece pensare a migliorare per passare il turno e fare bene a lungo in questo mondiale. Sì, ce la possiamo fare: il cuore e lo spirito sono ancora quelli del mondiale 2006. Siamo consapevoli di non avere fatto benissimo finora, dobbiamo migliorare. Il dispiacere di non avere vinto con la Nuova Zelanda, come avremmo meritato, ha condizionato tre giorni di lavoro: ma ora è superato. Qualcuno dice che ieri la squadra ha dato vita al migliore allenamento da quando siamo qui: io rispondo, pensate che lo consideravo di recupero dopo la fatica della doppia partita. Da quando qui lavoriamo per velocizzare il gioco, per arrivare alla conclusione più rapidamente ed efficacemente. Su quello tutti ci rendiamo conto che dobbiamo migliorare.

We can dice Lippi, we must, diciamo noi, si deve passare, senza dubbi, senza perplessità.
Se si perde giusto uscire, dopo due pareggi con squadre non di primo piano.
Dispiacerebbe per Lippi, per quello che subirebbe dopo la grande vittoria 2006, dispiace per quello che subirebbero i giocatori che nel 2006 sono stati grandi protagonisti.
Purtroppo il calcio è questo e la memoria è sempre troppo corta.
Invece a mio parere, chi non merita è la federazione, quella federazione che con Guido Rossi non ha garantito un processo di calciopoli a velocità equo.
Potrebbe dispiacerci per la Federazione attuale, però ad una ed una sola condizione, che sappia darci le spiegazioni sul 2006 oppure una sola spiegazione, come mai ora tutto va a rilento mentre nel 2006 a fare le trascrizioni c'era Flash Gordon...
La Federazione deve riconquistare quella fetta dei tifosi bianconeri che si sente defraudata, la Federazione deve riconquistare l'Uefa che non le affida nemmeno un Europeo.
Ma questa è un'altra storia, ci basta che Lippi riconquisti l'Italia.

ITALIA (4-3-3): 12 Marchetti, 19 Zambrotta, 5 Cannavaro, 4 Chiellini, 3 Criscito 8 Gattuso, 6 De Rossi, 22 Montolivo, 7 Pepe, 9 Iaquinta, 10 Di Natale (18 Quagliarella). (14 De Sanctis, 2 Maggio, 23 Bonucci, 13 Bocchetti, 17 Palombo, 16 Camoranesi, 21 Pirlo, 15 Marchisio, 11 Gilardino, 20 Pazzini, 18 Quagliarella o 10 Di Natale). All. Lippi. SLOVACCHIA (4-5-1): 1 Mucha, 22 Petras, 3 Skrtel, 16 Durica, 2 Pekarik, 7 Weiss, 20 Kopunek, 17 Hamsik, 6 Strba, 9 Sestak, 11 Vittek. (12 Pernis e 23 Kuciak portieri, 5 Zabavnik, 4 Cech 8 Kozak, 21 Salata, 14 Jakubko, 15 Stoch, 10 Sapara, 18 Jendrisek, 13 Holosko, 19 Kucka). All. Weiss. Arbitro: Webb (Ing)

QUA LA ZAMPA


Se diciamo a un nostro amico "qua la zampa", ci viene in mente un amico a quattro zampe, a cui dare un gesto d'affetto, di saluto e di amicizia.
L'anno scorso probabilmente i tifosi bianconeri avrebbero voluto dare "virtualmente" la mano al presidente del Palermo Zamparini dopo questa dichiarazione dell' agosto 2009: "Lo scudetto sarà della Juventus, l'Inter al secondo posto, il Milan al terzo e il Palermo al quarto. Quello è il nostro obiettivo, ma bisognerà essere all'altezza e lo dirà il campo se lo saremo", ha dichiarato il numero uno del Palermo. E sul mercato: "Burdisso è un ottimo giocatore ma non ci interessa perché in difesa siamo a posto e smentisco assolutamente l'interesse della Roma per Migliaccio, perché i giallorossi non vogliono spendere una lira - ha continuato Zamparini - Simplicio? Zenga crede tantissimo in lui, Fabio vuole restare a Palermo e così sarà. Allungheremo il suo contratto".
Probabilmente ad agosto i tifosi gli avrebbero dato "la zampa".
Adesso come adesso, forse a risentire quelle parole avrebbero una reazione diversa...
Come prendere, quindi le parole di Zamparini di ieri a Reterete 24?
“Mi dispiace che Marotta non sia convinto di prendere Kjaer" preferendolo ad uno (Bonucci ndr) che vale la metà. La Juve sta costruendo una squadra da quinta posizione in classifica"

Premettiamo, Zamparini è un ottimo presidente, che con un discreto budget ha portato il Palermo ai margini della Champions, quindi quasi centrando il pronostico(quinto invece che quarto).
Tuttavia, o se volete, ma... perchè c'è sempre un ma, Zamparini l'anno passato ha scaricato Zenga e deve ringraziare Delio Rossi della magnifica cavalcata rosanero.
Come prendere le parole di ieri, quindi?
Probabilmente, come dice anche lui, Kjier è migliore di Bonucci e ai tifosi non sarebbe dispiaciuto, tuttavia la Juventus avrebbe dovuto pagarlo cash, cosa non facile, soprattutto immaginando le condizioni del presidente rosanero.
Le parole di Zamparini quindi sono da prendere proprio con le "pinze"... avesse pronosticato ancora una Juventus vincente, ci sarebbe da preoccuparsi.
I tifosi sperano, veramente che non si possa fare peggio della peggior Juventus di sempre....quindi, sperano che magari quest'anno Zamparini faccia un pronostico con Roma, Milan o Inter vincenti....chissà che magari si possa sbagliare ancora.

BRACCINE CORTE E BRACCINE LUNGHE


Partiamo dal comunicato ufficiale di oggi.
Juventus Football Club S.p.A. comunica di aver perfezionato l’accordo con l’A.C. Milan S.p.A. per l’acquisto a titolo definitivo, con effetto dal 1° luglio 2010, del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Marco Storari, a fronte di un corrispettivo di € 4,5 milioni pagabili in tre anni.
Aggiungiamo le parole di ieri di Storari..."ho detto si alla Juve, perchè ha speso una cifra importante.."
Nella testa dei tifosi, nei forum, girano in testa queste parole, cifra importante, Storari, portiere, 4,5 milioni. Sempre nella testa dei tifosi giravano queste altre parole, Krasic, 16 milioni, offerti 13, pochi milioni di differenza.
Un tourbillon di emozioni e di considerazioni girano e magari cominciano ad arrivare le prime critiche.
Personalmente non so come stia Buffon, ma se sta bene avere Manninger e Storari come secondi e terzi sia un lusso che la Juventus attuale non si può permettere.
Considero Marotta un grande Manager e penso che sicuramente per fare questo acquisto avrà fatto valutazioni importanti, quindi o Buffon non sta benissimo, oppure Manninger partirà penso per una cifra tra i due e i tre milioni, limitando quindi l'esborso per Storari.
Come detto, sui forum impazzano le domande, una di queste è: perchè la Juventus ha avuto ed ha il braccino corto per Krasic, mentre per Storari è stata disposta a spendere una cifra definita "importante" dallo stesso giocatore.
E infine, usando le stesse parole dell'agente di Krasic, come mai la Juventus ha "alzato la cresta" con il Cska e non l'ha fatto tirando il prezzo con il Milan?
Rimangono molti misteri irrisolti, soprattutto perche gli acquisti attuali non sono proprio da primo piano.
Per il momento rimane la fiducia, ma c'è la speranza che le braccine possano allungarsi anche per giocatori di primo piano, soprattutto dove servono (attacco, difesa e fasce laterali).

GUARDA LE MIGLIORI PARATE DI STORARI (sottofondo The Caesars - Jerk it Out)


martedì 22 giugno 2010

LA BUSTARELLA CALDA


Chissà in quanti leggendo il titolo, avranno pensato al programma televisivo
"La bustarella", una trasmissione andata in onda dal 1978 al 1984 sull'emittente regionale "Antenna 3 Lombardia".
La trasmissione è stata un modello per un "certo tipo" di televisione di intrattenimento: belle ragazze, forse un “pò osè”, premi consistenti e un presentatore (Ettore Andenna), diventato un'icona degli anni 80.
Siamo partiti dalla "bustarella televisiva" per passare poi a una busta reale, quella del 1978, forse una delle più famose, che decise il destino di Paolo Rossi.
Si dice che ci fu una soffiata, un anonimo che telefonò dopo cena a Farina e lo convinse a mettere due miliardi e mezzo. Il presidente il giorno successivo si fidò e mise 2 miliardi, 612 milioni e 510 mila lire e portò a casa Paolo Rossi, "fregando" Boniperti. Per quel prezzo l'Italia insorse, non si erano mai toccati quei valori di mercato.

Oggi, come oggi i tifosi bianconeri, si chiedono se Marotta, farà il Giussy Farina della situazione, venerdì notte, magari telefonerà o riceverà una telefonata di un anonimo genovese, che lo informerà su quanto ha intenzione di mettere in busta la controparte.
Dalle ultime indiscrezioni, sembra che la Juventus debba andare alle buste per tre, eventualmente quattro giocatori: Criscito, Palladino, Lanzafame, Bonucci.
Quest'ultimo non è della Juventus ma la Juventus è già d'accordo con il Bari sulla metà di sua proprietà.

La domanda è, riuscirà la Juventus a trovare un accordo prima di venerdì.
Attualmente l'ottimismo sarebbe un eufemismo.
La Juventus vuole Bonucci, ma non sembra disposta a sacrificare Criscito. Palladino viene quasi considerato un corollario.
Il Genoa, cerca di monetizzareil più possibile.
Caso vuole che il Genoa ne approfitti, si faccia forte dell'aiuto dell'Inter. L'Inter ha quasi perfezionato l'acquisto di Ranocchia e sarebbe interessata a prendere tutto il pacchetto, Bonucci e perchè no pure Criscito.
La Juventus aveva un rapporto preferenziale con Preziosi (Konko, Sculli, Masiello...), purtroppo nessuno è memore degli aiuti passati e i nuovi accordi (Milito e Motta), hanno spostato l'ago verso Milano.

Chissà se Marotta si farà intimorire o meno dall'atteggiamento spavaldo di Preziosi.

Infine, non meno importante la comproprietà di Lanzafame, il ragazzo scuola Juve ha ben fatto a Parma, dopo aver fatto bene a Bari. Fossi in Marotta, ci penserei bene prima di perderlo.

Siamo sicuri che Marotta, farà il suo, magari sarà difficile portarsi a casa tutti con quattro soldi come fece Moggi con Miccoli e Maresca,tuttavia o soldi da reinvestire o giocatori arriveranno.
L'importante è stare attenti a chi ti chiama, soprattutto se anonimo, perchè, vedendo l'esperienze passate, c'è sempre il rischio di essere intercettati, caso mai, consigliamo le sim svizzere...

STORARI BIANCONERO

Ripetiamo la riflessione sui 4 milioni di euro.
NE VALE LA PENA?

"AGGIRIAMO LE REGOLE PROPRIO NOI CHE SIAMO DESIGNATORI ?"


Forse basterebbe questa frase, inserita nel titolo, per far capire ai lettori che "parlare" di griglie era qualcosa di comune, tra le persone nel 2005, era qualcosa che facevano i dirigenti, facevano i designatori, facevano anche i giornalisti.
Riportiamo alcune riflessioni su questa telefonata tra Bergamo e Ruggiero Palombo, vice direttore della Gazzetta dello Sport.
Una telefonata normale, dove non c'è nulla di sospetto, che però evidenzia un clima di grande cordialità, rispetto e stima reciproca.
Si discute animatamente sui sorteggi, sugli arbitri, su un clima di campionato rovente e su un'interruzione di una rubrica che allora Bergamo scriveva ogni settimana sulla Gazzetta dello Sport una rubrica dove analizzava tutte le partite e dava i voti agli arbitri.
Nella telefonata Bergamo e Palombo parlano anche di Pairetto, e Abete.
Bergamo dice di "voler garantire il gruppo e la regolarità del campionato".
E Palombo "...la prossima volta se non metti Racalbuto nella griglia di Roma-Juventus è meglio".

Chiaro che il tono fosse, colloquiale e amichevole e che, come detto, non ci sia nulla di male, a parlare di questo, però non capisco come mai alcuni possano parlarne e altri no.

Altro passo interessante è come Bergamo cercasse di giustificare le proprie scelte, di fronte ad alcune osservazioni di Palombo: "le regole, allora cosa facciamo, le aggiriamo proprio noi che siamo designatori, come facciamo, almeno su questo dateci atto, diciamo che è sbagliato il sorteggio..."
e Palombo "probabilmente...sicuramente è defunto con questa stagione..."

Voi direte, o meglio alcuni di voi diranno, le telefonate sulle griglie di Moggi erano diverse. Ognuno giustamente rimanga sulle proprie linee, comunque certe telefonate rimangono inequivocabili e testimoniano come parlassero tutti.

Vorrei porre due domande a chi legge, come mai alcuni media e giornali ci hanno fatto credere che parlasse solo qualcuno e non tutti?
Secondo voi avrebbe fatto bene Bergamo a mandare Collina al posto di Racalbuto per Roma-Juventus? Si sarebbero evitati gli errori del guardalinee in quella partita?
E ancora...pensate che oggi ci siano meno errori di allora o pensate che gli errori siano evidenziati di meno perchè non vince la Juventus?

Termino con questa deposizione di Stagnoli al processo di Calciopoli: "L'ANALISI DEGLI ERRORI OGGI UGUALE AD ALLORA".
Stagnoli, ex assistente arbitrale e ora vice di Collina "Il clima nell'attuale Can è simile a quello del 2004-2005, gli errori sono studiati ora come lo erano allora, quando c'erano Bergamo e Pairetto. Io una grande differenza non la vedo". L'analisi degli errori è ora come era allora".
L'unica differenza che vedo è che vince un'altra squadra, c'è un nuovo designatore, che come si evince anche dalla telefonata godeva di protezione e stima.

Giorno dopo giorno, telefonata dopo telefonata, emerge un quadro sempre più fosco, un quadro in cui c'erano tantissimi interlocutori a parlare e alcuni di questi hanno raccontato una realtà nel 2006 che a mio modesto parere non corrisponde minimamente a quella di oggi.
Palombo, dice nella telefonata che il "sorteggio è defunto", è stato un buon profeta.
Penso che oltre al sorteggio con il 2006 ci siano stati anche altre vittime, prima tra tutte la "credibilità del calcio italiano".



lunedì 21 giugno 2010

IN VETRINA, MA NON IN SALDO


Strano questo calciomercato della Juventus, tre acquisti, praticamente ufficiali, una cessione e un partente a parametro zero,ma nel mondo bianconero c'è grande aria di rivoluzione e non forse di quell'evoluzione a cui si riferiva Marotta al momento del suo insediamento.
In mezzo a questa aria di rivoluzione si trova di tutto, da chi vuol essere messo alla porta (Trezeguet), ma non trova il giusto acquirente, a chi va a svernare al caldo(Cannavaro), a chi vorrebbe giocare di più (Giovinco) e a chi sembra dovrà finire in qualche scambio (Almiron, Paolucci, Criscito, Palladino, Lanzafame).
Oltre a questa lunga lista c'è anche chi è in vetrina ai mondiali, in vetrina si ma non in saldo.
Parliamo soprattutto di Tiago Cardoso Mendes, l'Atletico Madrid nelle scorse settimane lo voleva in super saldo (forse pensando di essere già a luglio). Marotta ha tenuto duro e forse la bella prestazione di ieri contro la Corea, potrebbe aver attratto nuovi acquirenti. Era la Corea, direte voi, ma il Brasile con la Corea non ha fatto una partita come quella del Portogallo.
Tiago ieri è stato vero uomo squadra, assist per il primo gol, ispiratore nelle fasi iniziali dell'azione per gli altri, inserimento con scatto (incredibile a dirsi), nel quinto e infine colpo di testa risolutore nel settimo.
A chi ha visto la partita o gli highlights non sarà sembrato vero...
Chissà che a Torino non decidano magari di provarlo nella prima fase del ritiro, anche se siamo convinti che se arriverà un'offerta di almeno 7/8 milioni Tiago partirà senza alcun dubbio.
In vetrina poi c'è Poulsen, che con la Danimarca ha fatto malino con l'Olanda e una partita onesta con il Camerum.
Su di lui si sono accese le luci di Istanbul, ma qui la palla in mano è tutta a Poulsen che sembra molto rigido sul trasferimento.
Sicuramente è in vendita Camoranesi, ma la prestazione di domenica, penso che più che attrarre qualcuno, abbia scoraggiato i più.
Infine, potrebbe avere un piccolo scontrino addosso anche Felipe Melo.
Nel Brasile, come anche Tiago, Felipe Melo si ritrova e anche con la Costa d'Avorio è stato tra i migliori.
Su di lui voci dicono che ci siano anche Inter e Real Madrid... tutto è possibile...magari un bello scambio con Cristiano Ronaldo o Snejider...
A parte gli scherzi, difficile che Felipe Melo parta, a meno che non arrivi un'offerta superiore al prezzo d'acquisto, quindi oltre 25 milioni...

Per soddisfare la curiosità, non ci resta che aspettare la fine della settimana e le prossime partite dei mondiali.
Siamo sicuri che qualcuno oltre all'Italia tiferà anche per Portogallo, Danimarca e Brasile, soprattutto per alcuni giocatori...